La ndrangheta avrebbe interessi in Friuli Venezia Giulia ed in Veneto. È quanto emerge dall’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia presentata in Parlamento qualche giorno fa.
In particolare le cosche calabresi avrebbero attenzionato il cantiere della terza corsia d’autostrada A4, ed il progetto per la piattaforma logistica del porto di Trieste.
“Friuli Venezia Giulia e Veneto – si legge nel documento – potrebbero essere minacciate dalla criminalità organizzata calabrese, soprattutto ai fini del reinvestimento di proventi illeciti e dell’intromissione nel sistema degli appalti. Tra le opere di maggior rilievo che riguardano il Friuli Venezia Giulia si segnalano la costruzione della terza corsia dell’autostrada A4 e delle infrastrutture connesse e collegate. Inoltre, potrebbe essere appetibile per la criminalità organizzata il previsto ampliamento del porto di Trieste, attraverso la realizzazione di una moderna piattaforma logistica. Mentre non si escludono possibili presenze di elementi collegati alla criminalità calabrese in provincia di Gorizia, con particolare riferimento al Monfalconese, eredità del fenomeno migratorio verso un’area che attirava mano d’opera nel periodo del boom economico italiano, la maggiore concentrazione di soggetti verosimilmente riconducibili e vicini alla ‘ndrangheta si trova nel versante orientale veneto. A titolo esemplificativo si segnalano possibili presenze di elementi in contatto con i Dragone e i Grande Aracri di Cutro (Crotone), i Vrenna-Ciampà-Bonaventura di Crotone, i Papalia-Italiano di Delianuova (Reggio Calabria), gli Anello-Fiumana di Filadelfia (Vibo Valentia), i Bellocco di Rosarno (Reggio Calabria), i Piromalli e i Molè di Gioia Tauro (Reggio Calabria), nonché con i Morabito-Pangallo-Marte di Africo Nuovo (Reggio Calabria). Non si escludono possibili intese per delinquere tra soggetti di origine calabrese che operano nelle vicine province emiliane e lombarde. Le proiezioni ‘ndranghetiste potrebbero essere attive soprattutto nel comparto delle costruzioni (edilizia ed altro), del traffico di sostanze stupefacenti e nella compromissione di taluni rapporti d’impresa”.
Secondo la relazione della DIA l’interesse della ndrangheta in quel territorio non sarebbe solamente di natura economica, ma avrebbe anche altre motivazioni “Per la sua peculiare collocazione geografica il Friuli Venezia Giulia – aggiunge il documento – ha un ruolo di crocevia strategico per i traffici illeciti di merci, armi e sostanze stupefacenti gestiti da autentiche holding criminali, costituite da organizzazioni criminali italiane e dei Paesi dell’est e del centro Europa. L’economia della regione si presta per attività di reinvestimento di capitali illeciti nei settori del commercio di capi di abbigliamento, ristorazione ed attività ricreative. Le maggiori presenze di pregiudicati campani si sono registrate in provincia di Udine, nella Valcanale e nella zona di Lignano”.