La drammatica situazione che paralizza il Mezzogiorno d’Italia, ben fotografata dal recente studio pubblicato dallo Svimez, è figlia dei ripetuti errori di una classe politica trasversale incapace di cogliere le vere cause di una crisi divenuta oramai tristemente cronica. I vecchi contenitori partitici, tanto quelli di sedicente centrodestra quanto quelli di sedicente centrosinistra, propongono soluzioni identiche, fingendo di litigare su questioni di contorno nella speranza di mascherare così facendo una sostanziale continuità di indirizzo. La demolizione dei diritti costituzionali non conosce soste, sia che governi un uomo del Pd piuttosto che uno organico al vecchio Pdl. La sanità calabrese, ad esempio, è oggetto di continui quanto scellerati tagli, divenuti paradossalmente più violenti proprio con l’arrivo al potere di Scura e Oliverio. I comuni, invece, sono ridotti praticamente al collasso, costretti a negare servizi essenziali a causa della inarrestabile diminuzione dei trasferimenti voluta dal governo centrale. Per invertire la rotta è necessario immaginare e costruire nuovi percorsi, capaci di favorire la riscoperta della dignità del ruolo della politica e di mandare definitivamente in soffitta vecchi schemi atrofizzati, ammuffiti e già ampiamente falliti. Nel corso delle ultime elezioni amministrative di Gioia Tauro, , abbiamo offerto un nuovo modello, premiato dagli elettori che ci hanno accordato un consenso ampiamente maggioritario. Abbiamo ragionato di politica tralasciando le etichette, offrendo a tutti i cittadini la possibilità di comprendere in maniera semplice la cause strutturali che ci condannano ad un destino fatto di miseria e disoccupazione. La riscoperta delle politiche keynesiane, cristallizzate dentro il nostro New Deal per Gioia Tauro, ha monopolizzato la pubblica attenzione, costringendo i cittadini a confrontarsi dialetticamente intorno a temi alti e nobili. Solo un popolo consapevole, d’altronde, può esercitare il suo diritto alla sovranità. E’ possibile cambiare il corso delle cose anche partendo da una realtà periferica, senza cedere mai alle sirene del “provincialismo” o della comoda consuetudine perchè- come direbbe Paracelso- il micro e il macro insieme si influenzano e si completano. Non sono il solo a credere nella possibilità di imporre, proprio partendo dalla Calabria, un modello migliore e differente capace di espandersi e provocare un desiderio di sana emulazione. Ho scoperto con immenso piacere, infatti, di condividere con Mario Occhiuto, brillante e capace sindaco di Cosenza, la stessa identica lettura della contemporaneità. Anche Occhiuto, incontrato sabato 3 ottobre negli uffici della Provincia di Cosenza, coglie i limiti di uno sterile e formale bipolarismo di facciata che nasconde in realtà un vuoto ideale e progettuale. Il sindaco Occhiuto, inoltre, giunto quasi al termine del suo primo mandato, ha già attuato a Cosenza una sorta di “New Deal”, realizzando negli ultimi un numero impressionante di mirati interventi infrastrutturali in grado di modificare in profondità il volto di Cosenza. Certo, nessun sindaco può da solo condizionare le politiche romane ed europee al fine di arrestare le devastanti politiche di austerità che provocano miseria ed esclusione sociale dappertutto. Tanti sindaci insieme, però, a prescindere dal singolo partito di riferimento, possono acquisire una forza contrattuale importante, mettendo un freno alla deriva neoliberista a trazione germanica che impera in Italia fin dallo sciagurato arrivo nel 2011 del premier Mario Monti. Per questo, anche grazie all’aiuto decisivo di Mario Occhiuto, intendiamo dare vita ad un Movimento Federale Keynesiano che sappia arrivare al cuore di tutti quelli che sono stanchi di farsi abbindolare dal gioco delle apparenze. Un Movimento di pensiero e non di potere che camminerà sulle gambe di una avanguardia fatta di politici pronti a salpare verso nuovi orizzonti programmatici e concettuali.
Giuseppe Peda’
Sindaco di Gioia Tauro