Estendere il finanziamento dedicato ai siti italiani Unesco anche al patrimonio immateriale riconosciuto come bene dell’umanità.
È questo il cuore della proposta di legge presentata nei giorni scorsi dal deputato del Partito democratico, Demetrio Battaglia, in favore della cosiddetta Rete delle grandi macchine a spalla, che include anche la Varia di Palmi. La proposta è stata sottoscritta insieme al deputato Alessandro Mazzoli, primo firmatario, e ai deputati Massimiliano Manfredi e Giovanna Sanna .
Grazie al Ministero dei Beni culturali, egregiamente guidato da Dario Franceschini, sono state reperite risorse ad hoc. Il risultato è che per il 2016 il fondo sarà aumentato di 800mila euro, utilizzabili sia per i beni materiali, sia per quelli immateriali.
Da decenni, a livello internazionale, la promozione è estesa a entrambi gli ambiti. L’Onu, nel contesto dell’Unesco, ha promosso la Convenzione per la salvaguardia mondiale culturale e ambientale già nel 1972. Questa convenzione è stata poi ratificata nel 1977. Successivamente, sempre in sede Unesco, è stata stipulata una nuova convenzione, rivolta alla tutela del patrimonio culturale immateriale. Entrambe le convenzioni funzionano tramite elenchi, in cui sono inseriti i beni, materiali e immateriali, che la stessa Unesco ritiene degni di specifiche iniziative di tutela.
La legge italiana n. 77 del 2006 prevede provvidenze economiche per la tutela dei beni italiani inseriti nell’elenco dei beni materiali. Non stanzia, tuttavia, le stesse risorse per i beni immateriali, pure se inclusi nell’elenco Unesco.
La proposta avanzata, quindi, consente di superare tale limite della legge 77, allargando la platea potenziale di fruizione di misure economiche anche ai beni immateriali.
“Dal 2013 – ricorda Battaglia – rientra nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità anche la Rete delle grandi macchine a spalla italiane, un’associazione che include quattro feste religiose cattoliche: la Varia di Palmi, la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, la Festa dei Gigli di Nola, nonché la Faradda di li Candareri di Sassari”.
La proposta di legge è solo l’ultimo passo del percorso di valorizzazione del patrimonio immateriale che comprende la Rete delle macchine a spalla, riconosciuta appunto nel 2013. Numerosi, finora, sono stati gli ordini del giorno, le interrogazioni e le mozioni presentate da Battaglia e dai colleghi parlamentari rappresentanti degli altri tre territori coinvolti.
È possibile un’approvazione in tempi stretti di questa proposta, perché sull’argomento c’è una larghissima condivisione tra le forze parlamentari di maggioranza e di opposizione. Tanto è vero che, nella riunione di ieri della Commissione Cultura, su proposta della sua presidente, onorevole Flavia Piccoli Nardelli, si è deciso l’abbinamento della “proposta Mazzoli ed altri” con la “proposta Russo ed altri”, di analogo contenuto.
Le risorse aggiuntive saranno disponibili per l’anno 2016 con l’impegno a intervenire nella legge di stabilità per renderle permanenti a partire dal 2017.
Una volta approvate, le nuove norme saranno un punto di riferimento non solo per la programmazione del Governo e del Parlamento ma per tutti gli altri livelli istituzionali che potranno, a loro volta, intervenire a sostegno dei beni materiali e dei beni immateriali riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco.