Insegnanti calabresi: solidarietà al social log

18

“Gli Insegnanti calabresi”, collegati e accomunati per contenuti ed obiettivi ai “Partigiani Scuola pubblica” di Bologna, da sempre attenti alle esigenze, sempre più minacciate, di giustizia, dignità e salvaguardia dei diritti umani, esprimono profonda solidarietà e vicinanza al Social Log Bologna (un collettivo impegnato nella lotta per la casa alle famiglie) e soprattutto ai tanti bambini, costretti a guardare il mondo con occhi sfiduciati e terrorizzati.

In via Fioravanti 27, a Bologna, in un edificio disabitato, dove aveva sede la Telecom, un centinaio di famiglie senza casa, che lo avevano occupato nel dicembre dello scorso anno, stanno lottando contro l’ulteriore “sfratto” ad opera delle Forze dell’ordine che intendono far sgombrare l’edificio.

Drammi di uomini, donne e bambini, vittime di questa deriva politico-sociale, di questa assurda ed inumana pratica di fare i forti con i deboli.

Eppure è del tutto evidente che se ci fossero alternative diverse, nessun padre di famiglia avrebbe scelto di occupare un edificio dove sopravvivere, perché di sopravvivenza si tratta, vivendo, magari senza servizi essenziali, e con la paura, giorno e notte, che arrivi la polizia per lo sgombero forzato. Ed allora, non ci si può sottrarre, pena l’insensibilità, l’aridità dei cuori e la sterilità delle menti, dall’esprimere vicinanza e partecipazione al dramma di gente che non ha colpa, se non quella di essere povera. 

Non c’è peggior crimine di quello volto contro i bambini, che non hanno colpa alcuna delle storture, dei mali e dell’insensibilità di una società, tesa al profitto ed all’emarginazione dei bisognosi, degli ultimi.

La vicenda, tutta umana, della comunità che vive nel palazzo ex Telecom, che sta per essere sgomberata con l’intervento delle Forze dell’ordine, ci affligge, ci rattrista fortemente, perché la casa, modestissima o anche di fortuna, è un diritto di tutti.

Articolo precedente Reggio Calabria, la minoranza: commissariato l’assessorato comunale ai trasporti di Agata Quattrone
Articolo successivoADDA: Disabili e Scuola, facciamo chiarezza!