Sulla naturale vocazione e, quindi, sul destino della nostra città, da sempre ci si interroga e si ragiona. Animate discussioni ed approfondite tesi hanno contribuito, nel tempo, a determinare quella che oggi, pacificamente, possiamo riconoscere come vera identità sociale della nostra terra; una identità che, per le intrinseche peculiarità territoriali, altro non può essere se non marcatamente turistico-culturale. Infatti, a parte qualche isolata voce che vedrebbe Palmi quale centro economico o, peggio, anonimo paese di provincia, è innegabile che le vere -se non uniche- risorse su cui investire per una concreta rinascita della nostra comunità, sono quelle turistiche e culturali appunto. Se finora, purtroppo, non si è stati assolutamente in grado di sfruttare le potenzialità di cui –per grazia divina- potremmo beneficiare, oggi sembra che si voglia addirittura andare nella direzione opposta alla tanto declamata vocazione turistica. Appare infatti inopportuna, per non dire dannosa, la recente ordinanza del Sindaco Barone (n.153 del 27.10.2015) con la quale si disciplinano gli “orari di propagazione musica negli esercizi commerciali”. Sostanzialmente, modificando la precedente regolamentazione, si impone a tutti gli esercizi commerciali il divieto di produrre musica, anche solo come trattenimento musicale interno, in orari che oggettivamente possono ritenersi non notturni e, in ogni caso, non arrecanti danno alla quiete pubblica o privata. Segnatamente, l’ordinanza prevede che nel periodo che va dal 1 al 25 agosto le emissioni sonore non potranno superare le ore 01:00; nei rimanenti periodi dell’anno, invece, l’attività di trattenimento musicale –anche interna- non potrà sforare le ore 24:00 il sabato, le ore 23:00 la domenica e, si noti bene, le ore 22:00 dal lunedì al venerdì. Questo provvedimento rappresenta, a parere degli scriventi, una misura nefasta che potrebbe rappresentare un serio rischio non solo per i pochi esercenti, anche giovani, che hanno ancora la forza di investire per e nella propria terra, ma, ancor più grave, per l’intera città, che già oggi appare sulla via di un silenzioso spopolamento; soprattutto giovanile. Precisando che, comunque, qualsiasi produzione sonora debba effettuarsi nel massimo rispetto della normativa vigente, soprattutto in materia di inquinamento acustico, ci sentiamo di palesare tutto il nostro disappunto nei confronti della decisione arbitrariamente assunta dal primo cittadino. Pertanto, proprio al fine di promuovere la revoca dell’ordinanza de quo, abbiamo chiesto la convocazione della commissione consiliare competente, in modo da poter attenzionare la problematica e sollecitarne positiva risoluzione. Se è vero, come è vero, che vanno adeguatamente tenute presenti “le esigenze dei cittadini residenti nelle aree del centro storico nelle quali ricadono la maggior parte dei locali pubblici e dei luoghi di ritrovo e trattenimento”, è altrettanto vero però, che Palmi non può e non deve assolutamente diventare un dormitorio! Sono altre e ben diverse le iniziative che dovrebbero assumersi, e di sicuro, non –come questa- in netto contrasto con la crescita dell’offerta turistico-ricettiva palmese. Se, infatti, è con queste scelte che si intende promuovere Palmi ed incentivare l’economia ed il turismo, considerato altresì che gli amministratori sono i medesimi da decenni, allora è facile comprendere perché la nostra c.d. vocazione turistica non ha mai trovato concreta valorizzazione.
Giuseppe Ranuccio; Pasquale Frisina; Gabriele Parisi