“La ‘Leopolda’ calabrese del Pd sulla sanità è servita esclusivamente a confermare le gravi lacerazioni all’interno di quel partito ed il difficile rapporto con Roma”.
Lo afferma in una nota il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Alessandro Nicolò.
“Il tentativo di rimuovere il commissariamento da parte del presidente della Giunta regionale – prosegue Nicolò – è naufragato sugli scogli degli ultimi bilanci di un settore che, nonostante i tagli lineari alle strutture pubbliche ed ai servizi sul territorio e le riduzioni del valore delle prestazioni acquistate dai privati, continua a marcare indici di indebitamento nell’ordine di decine di milioni di euro. Premesso che già in Aula dicemmo di non condividere per principio un commissariamento al di fuori della figura del Presidente per ovvie ragioni di metodo e di merito, visto però quanto sta avvenendo nella lotta intestina, soprattutto tra Renzi e il presidente della Regione, sempre più ossessionato dal commissariamento, sarebbe opportuno affrontare la questione con una discussione in Consiglio regionale. Da parte nostra non è che si voglia essere strumentali e caricare ad Oliverio tutta la responsabilità debitoria della sanità calabrese, ma la sua insistenza di volere cacciare Scura lo distrae dai problemi reali del comparto ed allontana sempre di più, nel migliore dei casi, la strada per ripartire. Il Partito democratico non può, a distanza di un anno dalla consultazione elettorale con cui i calabresi gli hanno consegnato il mandato a governare – sottolinea Alessandro Nicolò – riproporre continuamente all’opinione pubblica di questa regione il solito ‘teatrino’ della politica, con modalità da ‘partito unico’ che deprimono non solo la libera circolazione delle idee, ma che spengono ogni speranza di riavvicinamento dei cittadini alla vita delle istituzioni. Eppure – continua Nicolò – è stato spiegato bene dal responsabile nazionale della sanità Federico Gelli al Pd calabrese che il commissariamento in Calabria non può essere interrotto perché dai dati, incompleti a dire dello stesso Gelli, presentati alla ‘Lepolda’ dalla Regione, emerge con chiarezza che non possono essere garantiti i livelli essenziali di assistenza. Addirittura, lo stesso Gelli ha riferito che il commissariamento dovrà durare ancora a lungo. A poco o nulla, quindi – sottolinea Alessandro Nicolò – valgono i tentativi di Oliverio di scaricare ogni responsabilità sulle gestioni passate, mentre i problemi crescono giorno dopo giorno e la smania di gestione diretta continua ad occupare le giornate del Pd e del suo gruppo dirigente anziché alzare la sfida e chiamare a pronunciarsi il Consiglio regionale per chiudere definitivamente con il passato e rinnovare progressivamente la rete ospedaliera, attrezzare il territorio ed attivare i controlli di gestione. Solo con un’operazione di chiarezza e non con i reiterati tentativi di colpi di mano per impraticabili ‘soluzioni politiche’, la sanità in Calabria potrebbe avviarsi verso il risanamento in un clima di fiducia, dove operatori e cittadini-utenti tornino al centro dell’interesse vero e degli obiettivi fondamentali di un settore così importante. Si rassegni, dunque, Oliverio perché se la sanità, per usare le sue stesse parole – dice Nicolò – in questo anno non ha arrestato il suo corso negativo, lui ne porta la primaria responsabilità; né appare credibile che senza il commissariamento sarebbe tutto un fiorire immediato di recuperi di efficienza e di motivazioni. Il problema è di cominciare a capire che la politica non può oltre mediare tra i portatori di interesse, seppure legittimi, come nel passato, poiché i soldi sono finiti o non bastano più, e con i finanziamenti disponibili bisognerà indicare le priorità per consentire al personale della sanità nella sua interezza di assistere con dignità i pazienti”.