Potrebbe riversare rivelazioni dirompenti il filone di inchiesta della Commissione Moro sui rapporti operativi tra Br e ‘ndrangheta. Lo segnala la relazione che fa il punto sul lavoro finora svolto. Nuovi elementi di interesse sono emersi durante la collaborazione avviata con le Procure di Milano, Brescia e Reggio Calabria.
Diversi indizi sono stati raccolti in merito alla notizia, circolata in ambienti ‘ndranghetisti, dell’esistenza di un’arma “sporca” impiegata a via Fani. Gli accertamenti in corso e i relativi esiti parziali sono tutt’ora coperti da segreto. Raffaele Cutolo – ascoltato in carcere da alcuni collaboratori della Commissione – ha riferito di aver appreso durante la sua detenzione da un boss della ‘ndrangheta di contatti intercorsi, con riferimento al sequestro Moro, tra le Brigate Rosse e ambienti ‘ndranghetisti in relazione al reperimento di armi. La Commissione ha accertato che nel carcere in cui all’epoca si trovava Cutolo vi era un solo detenuto appartenente alla malavita organizzata calabrese, il cui nome era compatibile con quello riferito dalla stesso Cutolo.