Lettera di una mamma di una ragazza disabile al dirigente scolastico

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E’ pervenuta presso la nostra redazione una lettera/denuncia di una donna ,Genj Cabulliese, madre di Maria Cutrupi, indignata dal comportamento attuato in merito all’insegnamento scolastico della propria figlia disabile che frequenta l’istituto superiore ITC R.Piria di Reggio. Riceviamo e pubblichiamo:

Egregio Dirigente sono la mamma di Maria Cutrupi, persona disabile con gravi disturbi del comportamento e ritardo mentale, che frequenta attualmente l’istituto da Lei diretto , per il terzo anno consecutivo. Con la presente intendo comunicarLe, il ritiro di mia figlia da codesto istituto. La decisione è arrivata dal fatto che nonostante la ragazza sia arrivata alle scuole superiori scolarizzata, ha trovato un ambiente poco favorevole, che ha provocato una regressione sia sotto l’aspetto comportamentale, che nella sfera dell’autonomia. Alle scuole medie era ben integrata con la classe, dove trascorreva la maggior parte dell’orario scolastico . Maria aveva costruito un buon rapporto sia con le insegnanti di sostegno che con quelle curriculari e con i compagni. Ottimo rapporto si era creato anche con le assistenti educative dell’A.GE.DI. Onlus, che la seguivano nel suo sviluppo socio educativo, ottenendo dei buoni risultati, spesso nell’autonomia. Purtroppo sin dal suo ingresso presso codesto Isitituto, sono emerse diverse problematiche in quanto, nè le insegnanti di sostegno, ne le assistenti della Provincia, sono riuscite fare alcun tentativo di scolarizzazione In questi anni mia figlia, non è mai entrata in classe, se non sporadicamente, non ha avuto mai modo di socializzare con gli altri compagni, e di avere un approccio, sia pur minimo, con gli altri insegnanti di classe. Ha trascorso la maggior parte del tempo, in un’aula che non si può chiamare aula di sostegno, mancando di ogni ausilio adeguato alla patologia di Maria. Nella stanza, tra le altre cose,si riuniva anche altro personale della scuola, che non aveva alcun ruolo nelle attività di mia figlia. Inoltre noi genitori siamo stati quotidianamente chiamati per intervenire, vista l’impreparazione degli addetti. Questa situazione ha provocato notevoli disagi alla famiglia. Abbiamo anche chiesto che la ragazza fosse spostata al distaccamento più vicino alla nostra abitazione, purtroppo la richiesta non è stata presa in considerazione. Ritengo di essere una mamma attenta e premurosa, pertanto non sopporto che mia figlia venga trattata come un oggetto, ritengo che la sua dignità in questo isituto sia giornalmente calpestata e i suoi diritti negati. Non ho iscritto mia figlia a scuola per trovarle un “comodo parcheggio, ma per garantirle il diritto allo studio e alla socializzazione . Purtroppo non solo, non abbiamo notato alcun miglioramento, ma abbiamo assistito, impotenti al regresso della ragazza, che via via ha peggiorato il suo comportamento, e la sua capacità di attenzione,non essendo stata adeguatamente stimolata.

Rimango in attesa della documentazione di uscita

Genj Cabulliese

 

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