Il dibattito sulle Aree Metropolitane è oramai una costante secolarizzata della politica italiana contemporanea, se è vero com’è vero che già con la legge 142 del 1990 il Parlamento ebbe a intendere di regolarne il procedimento istitutivo e le regole organizzative.
Attraverso il Testo Unico sugli Enti Locali, la riforma dell’art. 114 della Costituzione, i tre Decreti Legge succedutisi tra il 2011 e il 2012, la Stabilità del 2013 e gli arresti prodotti dalle pronunce della Corte Costituzionale, si è giunti solo nel 2014 alla cosiddetta Legge Del Rio, che ha rappresentato una svolta nell’assetto del governo territoriale del Paese.
Quanto al nostro territorio, l’Area Metropolitana di Reggio Calabria sorgerà – se i tempi previsti dalla normativa vigente saranno rispettati – entro la fine dell’anno 2016.
Sorge, nell’ambito di questa dinamica, un duplice interrogativo. Potrà dirsi, col senno di poi, che l’Ente Provincia era davvero un inutile “carrozzone” mostratoci dalla retorica della spending review? E, soprattutto, le realtà territoriali che si fondano storicamente sulla propria identità popolare come Palmi, usciranno da tale processo vittoriose o sconfitte?
Ad avviso di chi scrive, la Provincia di Reggio Calabria – evidentemente in virtù dell’attività posta in essere da amministratori come il Presidente Giuseppe Raffa ed i Consiglieri palmesi Giuseppe Saletta e Giovanni Barone – ha saputo nell’ultimo quinquennio indirizzare su Palmi idee, risorse e progetti, tutti portati a compimento o in via di definizione, dimostrando come gli Enti Provinciali, se “sfruttati” a dovere, possano costituire un punto di riferimento fondamentale nel percorso di crescita di una Città.
Uno studio elaborato dalla Bocconi nel 2011, del resto, dimostra che le Province costavano agli italiani solo il 4% sul totale della spesa per gli Enti Locali, concentrata per il 23% nei Comuni e per il 73% nelle Regioni. La soppressione delle Province come arma per combattere lo spreco è, insomma, un falso mito.
Sulla base di questi presupposti, non è affatto scontato che il passaggio dalla Provincia all’Area Metropolitana rappresenti un vantaggio per il cittadino. Anzitutto perché il nuovo Ente soffrirà di un evidente deficit democratico: vi sarà un Sindaco metropolitano, che è e sarà sempre il Sindaco di Reggio Calabria; un Consiglio Metropolitano composto da 10 eletti, scelti col sistema del voto ponderato dai Consiglieri Comunali dei Comuni dell’Area; una Conferenza dei 97 Sindaci dell’Area.
D’altra parte, va chiarito che il Comune di Palmi non si trasformerà in un municipio periferico di Reggio Calabria, ma manterrà inalterata la propria identità.
Piangersi addosso ora non serve: che lo vogliamo o no, l’Area Metropolitana si insedierà e Palmi ne farà parte. Resta, invece, aperta un’unica via per incidere sul percorso istitutivo di questa nuova realtà: la redazione dello Statuto.
Nel recente passato – e mi riferisco alle elezioni del 2011 per il Consiglio Provinciale di Reggio – la Piana ha saputo fare la “parte del leone”, eleggendo 9 Consiglieri su 24 e metà dei Consiglieri di maggioranza.
La Piana deve riscoprire, ancora una volta, la propria forza, non secondo i beceri ed usurati meccanismi di scontro con le legittime logiche reggine, ma integrandole, rendendosi territorio indispensabile, rivendicando il proprio ruolo nella crescita dell’Area e per il suo futuro.
Su questo piano, nei prossimi mesi, si dovrà affrontare la vera sfida. I palmesi si facciano trovare pronti a partecipare al dibattito, siano consapevoli di questa nuova realtà, della quale ancora oggi poco si parla. Palmi sia e rimanga, ancora una volta, protagonista.
Avv. Antonio Papalia
Consigliere Comunale di Palmi