Il Tribunale del Riesame di Catanzaro (Pres. Valea), accogliendo integralmente le argomentazioni proposte dagli Avv.ti Francesco Capria e Sergio Rotundo, ha disposto la sostituzione della misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari di Cortese Daniele da Capistrano;
Il Cortese, già agli arresti domiciliari perché tratto in arresto insieme ad altre due persone nei pressi di Laino-Borgo in quanto sull’ auto su cui viaggiava insieme ad altre due persone veniva ritrovato un notevole quantitativo di hashish, si era visto aggravare la misura degli arresti domiciliari perché sorpreso dai Carabinieri, durante un controllo di routine, a comunicare con un soggetto.
All’indagato veniva contestato di aver violato le prescrizioni a cui era sottoposto e, per tal motivo, veniva tradotto nella casa circondariale di Vibo Valentia.
Gli avvocati Capria e Rotundo, nell’udienza tenutasi il 21 gennaio u.s.,, dopo una dettagliata e minuziosa ricostruzione dei fatti contestati al loro assistito, hanno dimostrato che l’aggravamento della misura era basato su degli elementi inidonei a giustificare la misura di massimo rigore.
Invero, i due difensori hanno evidenziato che si trattasse, in base alla novella legislativa n. 47/2015, di un fatto di lieve e che, comunque, fosse preclusivo dell’ aggravamento della misura cautelare cui era sottoposto in quanto non aveva pregiudicato le esigenze cautelari poste a fondamento della originaria misura
Il Tribunale della Libertà, facendo propria la tesi difensiva, ha ritenuto che per l’indagato non si ravvisassero esigenze cautelari tali da mantenere la misura intra-muraria e, pertanto, ha disposto la revoca della misura in carcere con quella degli arresti domiciliari.