Mangialavori: legge che istituisce i Registri tumori per la Regione Calabria inadeguata ed inefficace

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“Inadeguata ai tempi  e destinata a sicura inefficacia. Queste le ragioni per cui non ho votato la legge che istituisce i Registri tumori per la Regione Calabria”.

Così il consigliere regionale Giuseppe Mangialavori (CdL).

“Essa, così per come ideata, e priva dei necessari emendamenti – che pure avevo puntualmente proposto – è destinata a un certo fallimento. La legge reca in sé lacune macroscopiche e insanabili incoerenze; ma soprattutto registra enormi vizi strutturali. Quali? Uno. Pensare a una legge di tale portata a costo zero è utopia pura. Ma soprattutto, – stigmatizza Mangialavori – fondare una legge su una delibera di Giunta regionale di ben sei anni fa è emblematico del modo di procedere dell’attuale maggioranza, perennemente in ritardo con la storia e avulsa dall’attualità. Due. Il Registro regionale dei tumori non esiste” – sottolinea l’esponente politico. “È ideata una rete di Registri destinata all’inefficacia. Tre. Manca un centro di coordinamento funzionale e organico. Quattro. Mancano in maniera delineata le Unità funzionali che dovrebbero operare nelle varie Asp. Cinque. Sui flussi informativi non c’è una sola parola. Eppure, tutto il nucleo di tale legge dovrebbe ruotare proprio su tali flussi” – rilancia l’esponente della CdL.

“Inoltre, non esiste alcuno strumento rigoroso di rilevazione dei tumori, disciplinato per legge, nonostante il flusso altissimo di emigrazione calabrese per motivi sanitari e terapeutici. A ciò si aggiunga che spesso le diagnosi tumorali sono realizzate da cliniche private. Anche su questo – sostiene Mangialavori – il vuoto legislativo è assurdo. La materia dei flussi informativi è genericamente rinviata al Centro di coordinamento che, in assenza di una previsione normativa dettagliata, rimarrà del tutto impotente e non operativo. Sei. Inesistente un legame che, non va solo auspicato genericamente, ma normato, con i soggetti che possono contribuire alla rilevazione dei dati e alla prevenzione: Comuni, pediatri, medici di medicina generale, associazione di volontariato e fondazioni. Sette. Non è previsto nessun processo di estrazioni dei dati statistici sugli ammalati di tumore in riferimento a determinate aree geografiche comunali. Insomma – conclude Giuseppe Mangialavori – un impianto normativo che denota limiti politici invalicabili”. 

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