Gli enti locali e le Regioni vogliono porsi a difesa degli accordi di Schengen. Da questa premessa muove l’iniziativa politica promossa dal consigliere regionale Antonio Scalzo nella sua veste di rappresentante della Calabria nel Comitato delle Regioni a Bruxelles, per avviare un percorso, forte e condiviso, che impegni le istituzioni territoriali in un’azione corale, che punti a scongiurare ogni possibile di sospensione degli accordi stessi o comunque di limitazione della libertà di circolazione per i cittadini europei.
“Le ricadute negative di una simile ipotesi – spiega Scalzo – rischierebbero di compromettere, in misura rilevante, la tenuta delle economie locali e l’intero sistema di gestione e coordinamento delle politiche destinate ai migranti. Schengen, al contrario, è uno strumento decisivo soprattutto in questa fase storica così delicata e complessa, in cui la classe politica ad ogni livello è chiamata a contemperare le esigenze di sicurezza con i doveri della solidarietà e dell’accoglienza verso rifugiati e migranti. Quella che grava sul futuro degli accordi di Schengen – spiega il rappresentante della Calabria a Bruxelles – è dunque una vera e propria minaccia, anche alla luce del recente confronto che ha visto impegnati i ministri degli interni Ue ad Amsterdam. In tal senso ho sottoposto all’attenzione di tutti i membri della delegazione italiana del Comitato delle Regioni la proposta di far assumere una precisa e netta presa di posizione agli enti regionali e locali europei, su una questione che tocca da vicino ogni singolo territorio. Al riguardo i principali osservatori economici – sottolinea Scalzo – rilevano che i costi legati ad una reintroduzione dei controlli alle frontiere sarebbero a dir poco rovinosi, attestandosi tra l’1 e il 3% del pil europeo secondo le stime più prudenti. Si tratta di uno scenario che occorre scongiurare, dal momento che a pagare le conseguenze della sospensione di Schengen sarebbero le economie regionali e i relativi circuiti produttivi. Proporre un arretramento sul fronte della libera circolazione in un momento in cui, specie nelle aree del sud Europa, si cerca faticosamente di sostenere processi di rilancio economico e occupazionale, significa dare il via libera ad una pericolosa involuzione sotto il profilo sociale, politico ed economico. Inoltre, vale la pena rimarcare che la chiusura delle frontiere renderebbe ingovernabile la gestione dell’emergenza migratoria in Paesi di prima linea come l’Italia e la Grecia, il che si tradurrebbe in costi ingentissimi per gli stessi enti locali. Un tema questo – evidenzia il consigliere regionale – che la Calabria conosce molto bene, essendo una delle principali realtà di frontiera che in questi anni hanno affrontato e gestito, peraltro con ottimi risultati, numerose e voluminose ondate di flussi migratori. Alla luce di tutto ciò ritengo sia opportuno che il Comitato delle Regioni si faccia promotore di una strategia comune, nel quadro di un documento politico unitario da adottare nel corso della prossima sessione plenaria. E’ necessario – conclude Antonio Scalzo – che su un dibattito così cruciale per le sorti del progetto europeo gli enti regionali e locali facciano sentire la propria voce”.