“In Calabria la povertà si tocca con mano, non risparmia nessun territorio e lambisce drammaticamente ogni fascia sociale. Tra impegni disattesi del Governo, la crisi che morde e lo sviluppo di cui non c’è traccia, bisogna capire che si rischia di giocare col fuoco. La politica – asserisce Giovanni Nucera, capogruppo de ‘La Sinistra’ in Consiglio regionale – non perda altro tempo. Se non vogliamo che la Regione e i cittadini in difficoltà siano come separati in casa, dobbiamo con immediatezza istituire il reddito minimo. Oggi – spiega Nucera – un folto gruppo di persone esasperate è giunta a Palazzo Campanella per protestare, ma non era necessaria, come poi si è intuito, la presenza delle forze dell’ordine che pure sono accorse, perché questi cittadini sono venuti nella massima sede democratica della Calabria per sottoporre alle forze politiche problemi che afferiscono ai bisogni primari della vita quotidiana. Cittadini esasperati – aggiunge Nucera – che non ce la fanno più ad andare avanti: privi di lavoro, senza sostegni finanziari e con famiglie da mandare avanti. Li ho ascoltati, perché l’ascolto fa parte del ‘Dna’ di una buona politica che non deve mai perdere il contatto con la gente, ma l’ascolto non basta più. Servono le risposte. All’appello di chi oggi è giunto in Consiglio, dimostrando di nutrire ancora speranze nella politica, la Regione deve con urgente necessità rispondere approvando la legge sul reddito minimo che trova condivisione unanime. La legge (‘Sostegno al reddito in favore di disoccupati e inoccupati e precariamente occupati’) è stata presentata ad inizio della legislatura. E’ stata approvata dalla terza Commissione, ora la si porti in Commissione bilancio e in fretta la si metta all’opera. Chiedere ed ottenere, a questo punto e in questo quadro sociale allarmante, un concreto e immediato avvio delle procedure per l’istituzione del reddito minimo anche in via sperimentale per almeno 15 mila famiglie, è il meno che si possa fare. Ce lo chiedono – conclude Nucera – non l’establishment calabrese e neppure le strutture economiche dominanti, ma persone in carne ed ossa che hanno bisogno di beni di prima necessità. Uomini e donne che resistono con dignità alle ristrettezze economiche ed a cui il centrosinistra e l’intero arco istituzionale della Regione non possono opporre altra retorica né di annunci vuoti”.
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