Operazione Saggio Compagno, scarcerato Vincenzo Zagari

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Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Antonino Napoli ed Antonio Cimino, ha disposto la scarcerazione dell’imprenditore di Cinquefrondi (R.C.) Vincenzo Zangari arrestato per aver fatto parte, nella qualità di componente in possesso almeno della dote del Vangelo, con altri presunti affiliati, dell’articolazione territoriale dell’associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, operante nei comuni di Cinquefrondi, Anoia e nelle località limitrofe, inserita nel mandamento tirrenico della Provincia di Reggio Calabria.

Ad avviso della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria le prove dell’affiliazione e della partecipazione alla ndrangheta di Vincenzo Zagari si desumerebbero dalle dichiarazioni accusatorie del collaboratore di giustizia Ieranò Rocco Francesco riscontrate da un’intercettazione ambientale captata a casa del coindagato Giuseppe Ladini.

La difesa di Vincenzo Zangari, dopo aver svolto un’imponente e laboriosa attività di indagine difensiva, ha proposto al Tribunale della Libertà di Reggio Calabria il riesame dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere eccependone la nullità per mancata valutazione autonoma da parte del Giudice per le Indagini Preliminari degli elementi forniti dalla difesa e l’assenza di prove che dimostrassero un contributo stabile al mantenimento in vita dell’associazione.

In occasione della lunga udienza camerale gli avvocati Antonino Napoli ed Antonio Cimino  hanno, altresì, evidenziato che lo Ieranò non  attribuisce a Vincenzo Zangari, oltre che la generica dote ‘ndranghetista di “Vangelo”, nessuna condotta delittuosa posta in essere dallo stesso né specifica quando, in occasione di quale riunione o alla presenza di quali affiliati ebbe a ricevere il grado che il collaboratore gli attribuisce.

La difesa ha ritenuto, infine,  illogica e destituita di fondamento la circostanza che Vincenzo Zagari sia stato introdotto alla ‘ndrangheta da Antonio Zangari detto “Stefanitu” al fine di avere una protezione da parte della cosca in caso di eventuali richieste estorsive e che lo stesso, oltre ad essere incensurato, non ha alcun collegamento con gli altri presunti associati con i quali non vi sono né frequentazioni né contatti telefonici.

Accogliendo i motivi addotti dagli avvocati Napoli e Cimino il Tribunale della Libertà ha disposto la scarcerazione di Vincenzo Zangari che potrà ora rispondere da libero dalle accuse che gli vengono mosse dai Pubblici Ministeri antimafia di Reggio Calabria.

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