Tirocinio, in Italia non ha senso farlo

28

Il tirocinio dovrebbe essere un periodo di “addestramento” all’interno di un’azienda o comunque in un ambiente lavorativo. Ci sono particolari condizioni per svolgerlo, la prima tra tutte è che debba essere, in qualche modo, remunerato, poco ma remunerato. Cosa accade invece nel nostro bel Paese? Che il tirocinio non viene visto come un modo per far imparare un mestiere a un neolaureato, bensì come un modo, per le aziende, di sfruttare forza lavoro a basso costo o addirittura gratuitamente, rimborsando, al massimo, le spese o fornendo buoni pasto. Un vero dramma perché sovente i tirocini hanno una durata anche di 6 mesi. La condizione poi della loro essenza dovrebbe essere, se tutto va bene, l’inserimento nell’ambiente lavorativo.

 Invece questo non accade quasi mai e i poveri malcapitati, alla fine del periodo di tirocinio, si trovano con un pugno di mosche. Molti datori di lavoro, non curanti delle sanzioni previste dalla legge, non pagano i tirocinanti, oppure li confermano per un periodo superiore ai sei mesi e non li assumono. Insomma, un vero sfruttamento. Un gruppo di ex tirocinanti, proprio in questi giorni, ha avviato una rumorosa azione di protesta a Vibo Valentia. Il presidio, davanti alla sede degli uffici della Regione va avanti da ieri ed è proseguito durante la notte.

 Ma cosa è accaduto qui? Questo è solo uno dei tanti casi su accennati. Sono 47 gli ex tirocinanti che aspettano risposte sul loro futuro. Dopo aver lavorato, o meglio, prestato servizio di tirocinio nella sede di Serra San Bruno, stanno vedendo andare in fumo il loro sogno di un posto di lavoro, ovvero quella che è la speranza di ogni tirocinante. Purtroppo a questi tirocinanti non è stato corrisposto il pagamento di alcune spettanze, oltre al fatto di non vedere coronato il loro sogno di assunzione. Da qui nasce la protesta che, a quanto dicono i rappresentanti del gruppo, non verrà interrotta fino a che non si raggiungeranno gli obiettivi prefissati.

 E allora quando il lavoro è così precario e non si può contare su delle entrate fisse, è bene per lo meno contenere le spese, iniziando da quella bancarie, dato che aprire un conto, come my genius, è fondamentale per ricevere l’accredito dei compensi, ma per lo meno senza doversi accollare l’onere di spese fisse.

Articolo precedente Palmi un arresto per furto aggravato
Articolo successivoOppido Mamertina in marcia per le pari opportunità e contro la violenza sulle donne