A tu per tu con Laura Tecce, commentatrice tv, giornalista e sociologa, incubo delle femministe e nemica del politicamente corretto

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C: Quando e come ha capito di voler fare giornalismo?

L: La “storia d’amore” tra me e le parole comincia fin da bambina, già durante le scuole medie ricordo di aver scritto in un tema di voler fare la giornalista da grande. Una volta riuscita nel mio intento son tornata in classe a rileggere quel tema, dimostrando ai ragazzi quanto il sacrificio e la dedizione possano rivelarsi la vera e propria chiave per realizzare i nostri sogni. Un altro fattore che mi ha spinto verso questa direzione è stato l’amore per la lettura, grazie a questa passione ho scoperto la potenza e l’inestimabile valore delle Parole e della Comunicazione.

C: Una volta puntata quindi la vela verso questa destinazione, che strada ha intrapreso a livello di studi?

L: Ho frequentato il Liceo e mi sono iscritta all’Università della Sapienza in Sociologia, Comunicazione e Mass Media. Ho avuto l’opportunità di conoscere il mondo a me più congeniale, quello Socio-Politico, grazie ad uno Stage che ho fatto nella trasmissione “Porta a Porta” nei primi anni 2000. Da lì poi si sono susseguiti vari contratti in Rai per cui ho lavorato circa 9 anni, Sky Tg24 ed oggi collaboro con Il Giornale per cui scrivo di Politica, Costume e Temi Sociali oltre a rivestire il ruolo di Commentatrice su La7 all’interno dei programmi “Coffee Break” e “Omnibus”.

C: Nella sua Carriera ventennale, ha notato qualche mutamento nel mondo dell’informazione? Se si, quale?

L: Il giornalismo è rimasto sempre lo stesso.  Con l’avvento dei Social Network è cambiato però il metodo di diffusione e di comunicazione. Oggi è facile fare informazione, ma non è così semplice fare la giusta informazione. Ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere, e soprattutto se decide di immedesimarsi nel fantastico mondo dell’informazione deve possedere le giuste competenze e la giusta formazione.  Capita spesso di vedere su Internet notizie che si basano sulla propria idea, spesso non avvalorata da alcuna fonte, e che vengono espresse come dogmi incontrovertibili, questo non lede tanto i giornalisti quanto i lettori che, se non prestano particolare attenzione, rischiano di recepire una realtà distorta da questa cattiva informazione.

C: Qualcuno però afferma che l’imparzialità del Giornalista è minata dagli interessi economici e/o politici dell’editore, lei si è mai ritrovata in una posizione del genere?

Io personalmente non ho mai ricevuto alcuna pressione, oggi collaboro esternamente con “Il Giornale”, non sono nella posizione adatta per entrare nelle dinamiche Editoriali. Ogni giornale naturalmente detta una linea editoriale, è difficile che il lettore de “Il Giornale” legga anche “Repubblica” per esempio, ma le campagne denigratorie sono un’altra cosa. Le mele marce naturalmente stanno dappertutto, non escludo che ci possano essere giornalisti col “dente avvelenato” nei confronti di qualcuno, ma questo non deve scatenare una caccia alle streghe nei confronti di ogni giornalista che esprime un punto di vista basato su dati oggettivamente reali.

C: Lei per esempio è stata aspramente criticata dagli attivisti del Movimento 5 Stelle dopo un intervento a “Coffee Break”, ci può raccontare la vicenda?

L: Sono intervenuta per dire che il Movimento 5Stelle secondo me è un partito come tutti gli altri, e che al suo interno ci troviamo giochi di potere, simpatie e correnti. Poi ho aggiunto che al netto della Legge Elettorale con cui si andrebbe al voto è difficile che il Movimento5Stelle possa raggiungere da solo il premio di Maggioranza e che quindi per governare è obbligatoria l’alleanza con altre realtà. Questo ha scatenato una furiosa reazione degli attivisti che mi hanno insultato in tutte le salse sulla pagina del programma, alcuni epiteti sono irripetibili. Sono molto amareggiata, ho vissuto gli anni di Tangentopoli, quelli di Forza Italia e non possiamo certo dire che i giornalisti siano stati teneri nei confronti di figure come Craxi e Berlusconi, eppure questa rabbia nei confronti della nostra categoria non l’avevo mai vista. E’ ingiusto che una forza politica fomenti i suoi attivisti e seguaci contro i Giornalisti, facciamo solo il nostro lavoro e cerchiamo di farlo al meglio, non meritiamo di certo tutto questo, spero si abbassino i toni.

C: Si dichiara apertamente “Anti-Femminista”, può spiegare meglio questa sua posizione?

Io sono contro il femminismo ed a favore delle donne. Il femminismo ha combattuto battaglie importanti nel corso della storia, oggi invece pare aver preso un taglio dannoso anche per la figura della donna stessa. E’ intollerabile il doppiopesismo con cui affronta le proprie battaglie. Si batte contro la mercificazione della donna per uno spot pubblicitario in reggiseno e poi difende a spada tratta l’utero in affitto. Chiede pari diritti e dignità poi avalla le “Quote Rosa” che sono uno strumento eccessivamente discriminatorio.  Io da donna non mi sento assolutamente rappresentata da questo movimento, tutt’altro. Ho scritto un pamphlet  sul “Femminismo 2.0”, lì ci sono elencate tutte le contraddizioni che caratterizzano la nuova deriva che ha preso questo movimento.

Christian Carbone 

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