Oggi 12 agosto è trascorso un anno dal violento nubifragio che si abbatté sulla costa ionica cosentina nei comuni di Rossano e Corigliano e che mise a dura prova l’economia e la vivibilità di un intero territorio. L’esondazione, come un missile, del torrente maggiormente incriminato, il Citrea, causò molti danni e purtroppo amaramente – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – il bilancio è negativo su tutti i fronti: risarcimenti non ci sono stati, la burocrazia regionale è lenta e ha messo in pericolo anche i finanziamenti nazionali e i lavori sono in netto ritardo anzi –aggiunge – non sono nemmeno iniziati nonostante un finanziamento di quattro milioni di €uro attinto dai fondi comunitari del PSR Calabria, quindi degli agricoltori, a Calabria Verde. Chi doveva fare non ha fatto. Chi ha ricevuto le risorse non le ha impiegate. Insomma un mix micidiale letale soprattutto per gli agricoltori. Questa quiete dopo la tempesta – rileva Molinaro non ci piace e non ci convince. A subirne le conseguenze sono i cittadini e le attività economiche con danni a centinaia e centinaia di aziende agricole e il dibattito sull’inefficienza della burocrazia, che non si è mai spento, prende nuovo vigore con la vicenda dell’alluvione proprio di un anno fa di Rossano e Corigliano. Una ulteriore falsa partenza – prosegue – che ci costringe a fare ad esempio i salti mortali per rientrare, dopo esserne stati esclusi, nei finanziamenti del Governo Nazionale. L’agricoltura è abbandonata nonostante siano stati svolti i sopralluoghi,accertati i danni e gli uffici agricoli di zona abbiano effettuato le relazioni e gli adempimenti conseguenti trasmessi alla Regione. Negli agrumeti – ricorda Molinaro – in quei giorni si sono addensati enormi quantità di terriccio e ghiaia e il paradosso è che gli agricoltori non hanno potuto rimuoverli perché occorrevano autorizzazioni specifiche. E’ evidente che il baricentro delle decisioni fa acqua da tutte le parti e tra l’altro non premia chi con abnegazione, fin dalla prima ora, ha messo a disposizione uomini e mezzi come il caso del Consorzio di Bonifica di Trebisacce che ha speso 150mila €uro dei consorziati. Se queste erano le prove generali di una nuova governance in caso di alluvioni o altre emergenze c’è davvero da preoccuparsi. Converrebbe, a questo punto, forse capire quale è lo stato di attuazione del programma, se questo c’è! E ancora la distribuzione temporale di esso con la coerenza di un rapido avvio di interventi e risarcimenti. La frammentazione degli interventi e amministrativa – conclude – continueranno a produrre nulla di buono se non sfiducia, incertezza e una penalizzazione per la crescita economica di cui abbiamo tutti bisogno”.
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