Aborto, Cirinnà: La chiesa sta andando nella direzione giusta. In Italia troppi obiettori, andrebbero esclusi da concorsi pubblici

28

 

Monica Cirinnà, senatrice del Partito Democratico, è intervenuta stamattina ai microfoni di ECG; con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, su Radio Cusano Campus, l’emittente del’Università degli Studi Niccolò Cusano.

Sulla lettera apostolica di Papa Francesco: “Da laica sostengo che nessuno possa giudicare le azioni di un altissimo esponente di una religione come è il Papa. Sicuramente sta andando nella direzione giusta. O la Chiesa torna ad essere quel rifugio, quell’accoglimento, quelle braccia aperte in cui chiunque si può ritrovare oppure continuerà a perdere seguaci. Certamente da laica dico che la questione della legge 194 asserisce al nostro Stato e quindi va continuata ad essere regolata e soprattutto ad essere attuata perché questo è un grande problema in Italia.”

Sulla legge 194: “Dobbiamo pensare che questa legge è estremamente rigorosa, consente l’interruzione di gravidanza nei primi tre mesi e quella terapeutica nei mesi a seguire in caso di grave rischio per la salute del bambino e della madre. Non è una legge per il controllo delle nascite, perché questo controllo si fa con tutti i presidi anticoncezionali nei consultori che sono strutture pubbliche completamente abbandonate a se stesse, dallo Stato che non le finanzia, attraverso le regioni che continuano ad essere disattente. Se bisogna fare controllo delle nascite bisogna potenziare l’azione dei consultori. C’è da dire che le donne italiane e straniere conoscono  la tragedia, la tristezza ed il dolore che c’è dietro a questa scelta e nel 2014 le interruzioni di gravidanza sono scese sotto le centomila.

Il problema grave sul quale deve intervenire il Ministero e mi auguro che anche il parlamento voglia muoversi è che due medici su tre in Italia sono obiettori e forse questa pronuncia del Papa può anche aiutare queste persone. Se si lavora in una struttura pubblica, le leggi vanno garantite. In Europa non ci sono questi numeri, è  così solo in Italia. Se si fa un concorso pubblico per lavorare in ginecologia in un ospedale pubblico, la legge è uguale per tutti. Non è che uno si può tutelare  o cautelare o difendere da chissà che con l’obiezione di coscienza. Una buona  soluzione potrebbe essere quella di escludere dai concorsi pubblici gli obiettori di coscienza. E’ chiaro che ormai l’esistente è l’esistente, quindi fatto salvo chi già c’è. Sarebbe una cosa democratica, visto che siamo uno stato laico, quella di poter dire che le leggi vanno attuate.

Mi viene in mente un parallelo tra la legge 194 e quella sulle Unioni civili. Sulla 194 ci sono medici obiettori, sulle unioni civili, ci sono dei sindaci fuorilegge che decidono di essere obiettori e di non celebrare le unioni. Possibile che si debba arrivare a questo in Italia?”.

 

 

Articolo precedente San Ferdinando “Canalone dei veleni”, esito su incontro istituzionale
Articolo successivoFurto in depuratore, denunciati autori