Luigia Panarello, poetessa trasteverina di origini calabro-sicule, è stata l’ospite della sesta serata dei salotti letterari dell’Associazione MedmArte presieduta da Ambra Miglioranzi.
È stata una presenza che non ha disatteso le aspettative e che ha letteralmente affascinato l’autorevole parterre de rois per l’occasione presente; tra gli altri: il poeta e scrittore Michele Caccamo; lo scrittore Giuseppe Bagnato; il Prof. Ugo Verzì Borgese; il Preside Giuseppe Neri, critico letterario; il Prof. Bruno Gallo, direttore della rivista Polis; il Prof. Paolo Alvaro, Sindaco di Laureana di Borrello.
A tracciare con lucida e qualificata esposizione il profilo dell’autrice, introducendola al pubblico, è stata Maria Concetta Preta, poliedrica ed apprezzatissima scrittrice vibonese.
Le poesie sono state magistralmente recitate da Carla Piro che ha anche sostenuto l’arduo compito di selezionarle nel più vasto ambito della prolifica produzione dell’autrice.
L’accompagnamento musicale è stato offerto dalle dolci note del flauto di Marika Pensabene, allieva dell’Accademia Musicale Medmea di Rosarno.
Nell’intercalare delle letture e degli intermezzi musicali, Luigia Panarello ha esposto al pubblico la propria opera, il proprio pensiero e finanche il proprio vissuto, senza frapporvi filtri, orpelli o sovrastrutture.
Ne è scaturito un eloquio autenticamente sincero da pagina spontanea, improvvisa, priva di ogni anteposta costruzione che, come già detto, ha letteralmente conquistato la platea.
Così, dopo aver ribadito il suo essere, per indole e tempra, convintamente una donna del Sud, Luigia Panarello ha raccontato della sua esperienza nel brefotrofio che ha caratterizzato i primi sei anni della sua esistenza e certamente segnato tutti quelli a venire, ma anche dell’amicizia che l’hanno legata a Pasolini e ad Alda Merini, grazie ai quali e con i quali si è intellettualmente formata.
Ha messo in luce frammenti del profilo di entrambi, a lei noti proprio in virtù del personale rapporto che con entrambi aveva. Così, ha raccontato di aver conosciuto Pasolini come professore e di aver riconosciuto in lui, con tutti i suoi tormenti, un grande cristiano, capace di cogliere con lucidità tutti i tormenti umani del Cristo; in Alda Merini, definita “caotica e dolorante”, la Panarello ha rilevato una spiccata santità laica.
In accordo con i contenuti dei suoi componimenti poetici, di volta in volta declinati da Carla Piro, l’autrice ha argomentato, tra l’altro, sul tema dei migranti, ravvedendo nell’odierna società spiccatamente individualista -da lei definita “mononucleare”- l’allontanamento da quel modello sociale che era dei nostri padri e che includeva nel proprio codice etico il “bisogno” di dare ristoro ai viandanti; “l’occidente non è a rischio di invasione” ha affermato “ma a rischio di esaurimento dell’etica”.
Prossimo appuntamento giovedì 9 giugno con Marzia Matalone con il suo Fantasy per ragazzi “La Profezia del Quinto Vertice” secondo volume, la scrittrice sarà presentata dall’Associazione Roubiklon .