Ancora torture su animali, cani e gatti avvelenati ad Anoia

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Un ennesimo episodio di torture, maltrattamenti sugli animali, si è verificato questa volta ad Anoia, dove nella serata di ieri sono stati rinvenuti due cani privi di vita causa avvelenamento.

L’episodio è stato denunciato alle forze dell’ordine, e attraverso un lungo post su Facebook, da alcuni cittadini, una ragazza in particolare, a cui è stato avvelenato il proprio gatto: 

Ieri sera ad Anoia Inferiore ci si è trovati per l’ennesima volta di fronte ad atti di barbarie ad opera dell’uomo, nella fattispecie da parte di qualche cittadino del sopraccitato paese. Due cagnolini sono stati avvelenati probabilmente da rodenticidi per la sola colpa di abbaiare durante la stagione degli amori. Purtroppo,  il triste episodio non si è limitato a ieri soltanto; stamane ho trovato una delle mie gatte morta avvelenata, sicuramente per aver ingerito qualche boccone contaminato dallo stesso veleno che ha ucciso i due cani ieri sera. Inoltre, vari gatti e un altro cane sono stati trovati avvelenati dai rispettivi proprietari sempre nel mio rione. Assieme ad alcuni vicini, mi sono rivolta a diverse forze dell’ordine, le quali a turno, “scaricavano” la competenza degli accertamenti del caso ad altri. Ora mi domando, le tanto conclamate leggi sulla caccia o le norme sanitarie inerenti la diffusione di veleni o quelle contro il maltrattamento o l’uccisione di animali, i vari divieti sulla detenzione di esche o bocconi avvelenati, che fine hanno fatto? E soprattutto, a chi rivolgersi quando fatti deplorevoli come quelli che ho descritto, avvengono? Quando l’etica umana viene a mancare, come comportarsi? Quando persino le autorità voltano le spalle, cosa fare? Come tutelare gli animali e gli stessi proprietari dal dolore per la perdita dei loro amici? Non bastano l’indignazione e lo sdegno di pochi singoli dotati di sensibilità, a fare giustizia e fare in modo che atti di crudeltà simili non avvengano. Dimenticavo infine di menzionare l’abominevole “abitudine”, a quanto pare tipica di molti compaesani, di allontanare randagi (assolutamente innocui) picchiandoli con bastoni. Non allego alcuna fotografia dei poveri animali avvelenati per non urtare la sensibilità di qualcuno, ma chiedo gentilmente che questo messaggio sia fatto girare in modo che ancora una volta non siano l’indifferenza e l’omertà a prendere il sopravvento.”

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