Si è tenuto ieri presso la Corte di Appello di Reggio Calabria il processo “Onta” riguardante la morte di Maria Concetta Cacciola avvenuta a Rosarno nell’agosto del 2011 e che vede imputati il padre Michele Cacciola, la madre Anna Rosalba Lazzaro, il fratello Giuseppe Cacciola e l’avvocato Vittorio Pisani.
Nell’udienza di ieri il Procuratore Generale, nel corso della sua requisitoria, ha chiesto l’applicazione del reato continuato per i familiari della Cacciola, mentre è stata invocata una riduzione di pena per Vittorio Pisani, il legale rosarnese divenuto collaboratore di giustizia poco dopo la sentenza di primo grado. Nel luglio scorso il Gup di Reggio Calabria aveva condannato Michele Cacciola a 6 anni e 6 mesi, Giuseppe Cacciola a 5 anni e 8 mesi, Anna Rosalba Lazzaro a 4 anni e 10 mesi e Vittorio Pisani a 4 anni e 6 mesi. I familiari della donna erano già stati condannati in un primo processo, dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria (sentenza poi passata in giudicato): 4 anni e sei mesi di reclusione per Michele Cacciola, 4 anni a Giuseppe Cacciola e 2 anni ad Anna Rosalba Lazzaro.
La pubblica accusa, ritenendo gli episodi contestati nei due diversi processi uniti dal vincolo della continuazione ha quindi richiesto le seguenti pene: Cacciola Michele otto anni e otto mesi, Cacciola Giuseppe sette anni e quatto mesi, Lazzaro Anna Rosalba cinque anni e sei mesi, Pisani Vittorio tre anni di reclusione.
Il processo è stato quindi rinviato al trenta giugno dove la parola passerà ai difensori.