Il Tribunale di Castrovillari, in funzione di giudice penale, ha decretato la libertà per il cinquantasettenne S.A. e per il trentenne S.E., entrambi di Rossano, rispettivamente padre e figlio, assistiti e difesi di fiducia dall’avvocato Giuseppe Vena.
Entrambi gli uomini era chiamati a rispondere penalmente presso le aule del Tribunale penale di Castrovillari perchè accusati di furto aggravato, in concorso tra di loro, a seguito di un’azione di polizia, eseguita congiuntamente tra le forze dell’ordine, poichè venivano sorpresi nel commettere il reato di furto aggravato di legname boschivo.
Secondo l’accusa sostenuta dal pubblico ministero, entrambi gli imputati, in concorso tra di loro, avevano posto in essere il taglio di numerose piante, in zona boschiva, in area protetta, della montagna, producendo quindi un notevole danno ambientale, senza alcuna autorizzazione.
Gli uomini, vennero colti dalle forze dell’ordine, nella flagranza della commissione del reato contestato, con vari alberi tagliati, già caricati su un camion, e segatura sparsa sui luoghi ove erano avvenuti i fatti, e venne loro sequestrata la motosega utilizzata per compiere il reato.
L’attività d’indagine era scaturita a seguito della segnalazione della sparizione di molto legname in zona della montagna e dal rumore prodotto dalla motosega, cosicchè a seguito di un laborioso servizio di appostamento, compiuto dalle forze dell’ordine, venivano colti nel commettere il reato.
I due uomini venivano, quindi, tratti in arresto e deferiti presso la Procura della Repubblica per rispondere penalmente del reato di furto aggravato in concorso.
All’udienza penale, presso il Tribunale di Castrovillari, gli uomini nominavano loro difensore di fiducia l’avvocato penalista Giuseppe Vena il quale, stante l’arresto in flagranza di reato, oltretutto corroborata dalle prove schiaccianti quali fotografie e video ritraenti i suoi assistiti, proponeva al pubblico ministero di definire il giudizio nelle forme del rito deflattivo del patteggiamento concordando , previo il riconoscimento della concessione delle attenuanti generiche, l’applicazione della pena di soli mesi cinque, subordinata però, per entrambi i suoi assistiti, della concessione del beneficio della concessione della pena sospesa, vale a dire che gli imputati non dovranno scontare neppure un giorno di detenzione ne presso il carcere nè agli arresti domiciliari.
Il Giudice , ritenuta condivisibile, la proposizione della difesa disponeva , in conformità.