Rizziconi (Reggio Calabria). Nella mattinata odierna, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, dal Giudice per le Indagini Preliminiari dott.ssa Adriana Trapani presso il Tribunale di Reggio Calabria.
La misura cautelare è stata emessa nei confronti di 16 persone, indagate a vario titolo dei reati di di associazione mafiosa,estorsione pluriaggravata, intestazione fittizia di beni e truffe alla Comunità Europea.
In particolare il G.I.P. di Reggio Calabria ha emesso l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di:
- Teodoro Crea detto “’u Murcu” o “’u Toru” o “Dio onnipotente”, nato a Gioia Tauro il 11/04/1939;
- Giuseppe Crea, nato a Rizziconi il 23/06/1978, in atto latitante;
- Antonio Crea detto “’u Malandrinu”, nato a Taurianova il 04/07/1963;
- Domenico Crea detto “Scarpa lucida”, nato a Rizziconi il 23/10/1954;
- Teodoro Crea detto “’u Biondu”, nato a Gioia Tauro il 24/01/1967;
- Domenico Russo detto “’u Malandrinu”, nato a Rizziconi il 25/04/1949;
- Osvaldo Lombardo nato a Montesarchio (BN) il 07/04/1948;
- Giuseppe Lombardo nato a Reggio Calabria il 24/11/1973;
- Vincenzo Alessi nato a Taurianova il 11/06/1976;
- Girolamo Cutrì nato a Rizziconi il 24/11/1956;
- Domenico Rotolo, nato a Taurianova il 26/11/1974;
e degli arresti domiciliari nei confronti di:
- Vincenzo Tornese, nato a Rizziconi il 15/05/1962;
- Maria Grazia Alvaro, nata a Taurianova il 09/11/1978;
- Clementina Burzì, nata a Rizziconi il 30/09/1951;
- Marinella Crea, nata a Gioia Tauro il 27/12/1976;
- Domenico Perri, nato a Rizziconi (RC) il 23.09.1947.
Secondo la ricostruzione operata dagli inquirenti, l’attività di indagine avrebbe evidenziato come la cosca Crea di Rizziconi sia capace di esercitare sul territorio una vera e propria “signoria” non solo nell’esercizio delle tipiche attività criminali ma anche nel totale condizionamento della vita pubblica. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo figura, Teodoro Crea, di 75 anni, alias “’u Murcu” o “’u Toru” o “Dio onnipotente”, capo storico della famiglia, coinvolto nel processo della “Mafia delle tre province” in qualità di boss incontrastato di Rizziconi ed in altri successivi che ne hanno confermato tale ruolo, unitamente a buona parte del suo nucleo familiare: la moglie Clementina Burzì, i figli Giuseppe di 36 anni, attualmente latitante inserito nell’elenco dei ricercati pericolosi, e Marinella di 38 anni, nonché la nuora, moglie del latitante, Maria Grazia Alvaro che, tra l’altro, appartiene all’omonimo casato mafioso, operante a Sinopoli (RC) e zone viciniore, federato ai Crea e al potente casato dei Piromalli di Gioia Tauro.
Nel corso dell’Operazione sono stati arrestati per il reato di associazione mafiosa non solo i componenti dello stretto nucleo familiare del boss Teodoro Crea, ma anche altri presunti esponenti di spicco della ‘ndrina, quali Antonio Crea, detto “’u Malandrinu”, Domenico Crea, detto “Scarpa lucida” e Teodoro Crea, detto “’u Biondu”, tutti legati da vincoli parentali con il suddetto capo dell’organizzazione mafiosa.
Le attività investigative sono iniziate all’indomani delle elezioni amministrative indette per l’elezione del Sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rizziconi, tenutesi il 28-29 Marzo 2010, cui ha partecipato una sola lista, essendone una seconda stata esclusa per irregolarità.
Complessivamente, le indagini esperite hanno evidenziato che la cosca di ‘ndrangheta, ricorrendo a minacce ed a veri e propri atti intimidatori, era riuscita a provocare il sostanziale isolamento di un ex Amministratore Comunale, all’evidente scopo di annullarne l’azione politica non gradita, determinando, altresì, attraverso le dimissioni dei consiglieri comunali, lo scioglimento degli organi di governo locali.
A testimonianza del potere espresso dalla cosca sul territorio, è emblematico quanto accaduto in occasione dell’acquisizione da parte di Antonio Crea dello storico palazzo Cordopatri, sito al centro di Rizziconi, che aveva subito dei danni a seguito degli eventi alluvionali del mese di novembre 2010. Tale edificio, dopo anni di discordie tra i vari comproprietari, è stato acquistato da Antonio Crea detto “’u Malandrinu” ed immediatamente da lui stesso demolito, pur essendo intestato a Vincenzo Tornese, consuocero di Antonio Crea detto “’u Malandrinu”: a entrambi è contestato il delitto di intestazione fittizia di beni con l’aggravante del metodo mafioso, in quanto il reale ed unico dominus del bene si è rivelato essere proprio il Crea.
E’ significativo, inoltre, quanto accaduto in occasione del rinnovo dei servizi di vigilanza (del valore di ben 300.000 euro annui) presso la centrale elettrica a turbogas costruita a Rizziconi dalla Ansaldo Energia di Genova per conto del consorzio Rizziconi Energia; in tale vicenda, le indagini hanno evidenziato che la cosca Crea, nella persona del latitante Giuseppe Crea, aveva manifestato la ferma intenzione di scalzare la ditta Europol di Reggio Calabria per farvi subentrare la Securpol di Osvaldo e Giuseppe Lombardo (padre e figlio) di Villa San Giovanni, i quali sono stati arrestati per concorso esterno in associazione mafiosa perché avrebbero contribuito al perseguimento delle finalità della ‘ndrina Crea, con specifico riferimento all’assegnazione di appalti nel settore della vigilanza privata. Per tale vicenda, il 28 agosto 2011, erano stati esplosi alcuni colpi calibro 12 contro la guardiola in cui stazionavano gli addetti alla vigilanza della centrale elettrica; stesso episodio, di gravità maggiore, si verificava a circa tre mesi di distanza dal primo, segnatamente il 20 novembre 2011, allorché per mezzo di un Kalashnikov venivano indirizzati diversi colpi sempre contro la garitta utilizzata dalla guardia giurata in servizio di vigilanza presso la centrale elettrica (in quest’ultima nell’occasione venivano sequestrati trenta bossoli calibro 7,62X39).
L’indagine ha anche rivelato che la cosca Crea, attraverso minacce anche implicite, nonché con violenza sulle cose, consistita nel taglio di un albero sulla via d’accesso all’abitazione di Domenico Russo (cugino omonimo del destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare), era riuscita nell’intento di costringere il Consigliere Comunale Michele Russo a presentare le proprie dimissioni, alle quali si aggiungevano quelle di altri consiglieri comunali, il che determinava lo scioglimento del Consesso Civico; ciò è avvenuto senza alcun tipo di particolare clamore, in ossequio ai diktat della famiglia mafiosa dei Crea che vengono rispettati per quieto vivere o per paura di rappresaglie; in relazione a tale vicenda è contestato a Teodoro Crea cl. ‘39, Antonio Crea e Domenico Russo, il delitto di estorsione aggravata dall’art. 7 della Legge 203/91.
Tra gli arrestati per associazione mafiosa figurano gli ex Consiglieri Comunali, Vincenzo Alessi e Girolamo Cutrì, nonché l’ex Assessore allo Sport ed allo Spettacolo del Comune di Rizziconi, Domenico Rotolo.
Inoltre, nel corso delle indagini, è stato possibile far luce sulle truffe aggravate contestate a Giuseppe Crea cl. ‘78, il quale, nonostante lo status di latitante dal 2006, attestava di essere un imprenditore agricolo, senza ovviamente che a ciò corrispondesse l’effettiva attività di coltivazione della terra, così procurandosi un ingiusto profitto, consistito nell’indebita erogazione da parte dell’A.G.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) dei contributi comunitari relativi al P.S.R. (Piano di Sviluppo Rurale) per un totale di € 188.884,66.
Analogo reato è stato contestato al padre Teodoro Crea, alla madre Clementina Burzì ed alla sorella Marinella, che si procuravano i contributi dell’A.G.E.A. per un totale di € 48.408,59.
L’ordinanza contiene il contestuale sequestro preventivo ex art. 321, comma II, c.p.p. ed ex art. 12 sexies del D.L. 1992 nr. 306 della villa della famiglia Crea sita in via Marinella di Rizziconi, nonché del terreno sito in piazza Vittorio Emanuele II di Rizziconi sul quale insisteva il palazzo Cordopatri e di immobili e terreni vari che, all’esito di opportuni accertamenti, sono risultati nella disponibilità di Clementina Burzì, Teodoro Crea, Giuseppe Crea, Marinella Crea, Antonio Crea, Vincenzo Tornese e Domenico Perri per un valore complessivo stimato in oltre 5 milioni di euro. Analogo vincolo del sequestro verrà apposto anche ai conti correnti bancari e postali nella disponibilità di vari indagati.
Alla fase esecutiva dell’operazione odierna hanno preso parte gli investigatori del Servizio Centrale Operativo di Roma, della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato P.S. di Gioia Tauro, con il concorso di pattuglie automontate dei Commissariati della provincia reggina, nonché dei Reparti Prevenzione Crimine “Calabria” di Vibo Valentia e Siderno e del Reparto Volo di Reggio Calabria. Allo stato risulta irreperibile il solo CREA Giuseppe, già latitante dal gennaio 2006.