Verso le ore 14 di giovedì, di i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, su disposizione della centrale Operativa del Comando Provinciale di Reggio Calabria, erano intervenuti con urgenza presso il pronto Soccorso degli Ospedali riuniti, ove erano giunte tre persone, un padre e due figli, che presentavano ferite multiple provocate da un’arma bianca. Dei tre, due venivano immediatamente sottoposti a un delicato intervento chirurgico, al fine di scongiurare il peggio.
Vista la gravità della situazione scattano immediatamente le indagini dei Carabinieri che cercano di ricostruire cosa fosse accaduto e soprattutto dove. Le prime preziose indicazioni vengono raccolte dalle stesse vittime che raccontano di una brutale aggressione perpetrata da un loro parente al culmine di una lite. Si riesce a ricostruire sommariamente l’accaduto e soprattutto il luogo, zona collinare di Reggio Calabria, località Fornace.
Il teatro degli eventi è un cortile ove due famiglie legate da vincoli di parentela si fronteggiano. Dalle parole si passa all’aggressione fisica vera e propria e la lite degenera, uno dei più giovani dei contendenti, NICOLO’ Antonino, estrae un coltello nella sua disponibilità e sferra dei fendenti all’indirizzo dello zio e dei due cugini riducendone uno in fin di vita. Sul luogo del delitto, immediatamente intervengono i militari dell’Aliquota radiomobile e della Stazione Carabinieri di Cannavò, competente per territorio.
Sin da subito ci si accorge che il responsabile dell’aggressione risulta irreperibile, nessuno dei parenti sa fornire utili indicazioni. Le indagini si concentrano nel cristallizzare gli elementi indiziari a carico del NICOLO’ Antonino e si cerca al contempo, anche attraverso numerose perquisizioni, di rintracciarlo.
L’attività investigativa compiuta nell’immediatezza consente al Pubblico Ministero presso la procura della Repubblica di Reggio Calabria, dott. GULLO, alla luce dei gravi indizi di colpevolezza raccolti a carico del NICOLO’ uniti alla sua irreperibilità, ad emettere un decreto di fermo di indiziato di delitto. Le ipotesi accusatorie nei confronti di quest’ultimo sono molto gravi, tentato omicidio, in ragione delle ferite inferte.
Intorno al NICOLO’, viene fatta terra bruciata da parte dei Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile e della Stazione di Cannavò, a quel punto l’uomo, ormai senza scampo, viene arrestato presso l’abitazione dei genitori il giorno successivo.
Il GIP a seguito dell’arresto, ha emesso una ordinanza di convalida del fermo e, valutata la sussistenza del pericolo di fuga, la natura e l’entità delle lesioni riportate dalle vittime, alle modalità e circostanze del fatto grave nella sua portata e determinato da motivi del tutto futili e alla personalità dell’indagato, che ha rivelato una spiccata ed allarmante pericolosità sociale ed una fredda determinazione, non esitando a porre in essere una condotta delittuosa fortemente riprovevole, ha emesso un’ordinanza della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di NICOLO’ Antonino, reggino, ventitreenne, incensurato. Intanto, il più grave dei feriti, risulta ancora ricoverato in prognosi riservata nel Reparto di Chirurgia d’urgenza.