Arruzzolo: allarme lanciato dai sindacati confederali e autonomi sul porto di Gioia Tauro non può rimanere inascoltato

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“L’allarme lanciato dai sindacati confederali e autonomi sul porto di Gioia Tauro non può rimanere inascoltato”.

Lo afferma in una dichiarazione il presidente del gruppo consiliare di Ncd a Palazzo Campanella, Giovanni Arruzzolo.

“La denuncia del ricorso alla cassa integrazione utilizzato da Contship per quasi 450 addetti ogni mese – dice Arruzzolo –  ci preoccupa a fronte dei processi di riassetto non solo dei porti italiani, ma anche della logistica. I grandi operatori stanno infatti riorganizzando la loro allocazione concentrando nelle aree forti dell’Italia grandissima parte dello smistamento dei container da e per il nordeuropea. Processi che coinvolgono anche le grandi infrastrutture di trasporto su rotaia che, com’è noto, muoiono a Salerno e a Bari, negando così alla Calabria l’alta velocità e l’alta capacità. Gioia Tauro, nonostante gli impegni per il superamento della ‘specializzazione’ di porto di transhipment, rischia così di subire un declino lento ma inesorabile, nonostante sia particolarmente vasto e con grandi spazi per movimentare i container”.

“La metà degli addetti ogni mese è dunque sottoposta alla cassa integrazione, misura che  non può non essere considerata  come una risposta alla congiuntura negativa causata dalla crisi delle economie del Far East, adottata  a causa del potenziale depauperamento dei volumi di traffico. Infatti – dice Arruzzolo – la concorrenza di Salerno e Taranto, che possono vantare uno stretto nesso con le grandi vie di comunicazione che conducono direttamente in nord Europa, incide proprio perché in quei porti,in questi anni, si sono realizzati importantissimi investimenti che hanno permesso di resistere al vento della crisi e di preparare le nuove strategia di sviluppo. Gioia Tauro, però, rimane sempre una straordinaria risorsa  per i suoi fondali e l’ampiezza del suo perimetro portuale, una ‘dote’ che quasi nessuno dei grandi porti del Mediterraneo possiede. Governo e Regione, quindi, devono intervenire all’unisono affinchè questa straordinaria realtà non finisca per arenarsi, condannando alla disoccupazione a vita centinaia di lavoratori”.

“Ecco perché si rende necessario – dice ancora Arruzzolo  – avviare una decisa concertazione interistituzionale impegnando il Governo a confrontarsi sulla infrastrutturazione di quell’area e realizzando, una volta per tutte, i collegamenti con la linea ferrata e l’autostrada A3.  Vogliamo sapere in che direzione si va e nel frattempo saremo vicini ai lavoratori portuali e sosterremo le loro vertenze che sono anche le nostre per dare garanzia all’occupazione ed aprire una nuova fase di sviluppo”.

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