“La prossima campagna agrumaria ed olivicola nella Piana di Gioia Tauro e nella provincia di Reggio Calabria, nonostante le premesse di abbondante quantità di prodotto, rischia di caratterizzarsi come l’ennesima debacle per i nostri imprenditori agricoli”.
Lo afferma in una dichiarazione il Presidente del gruppo consiliare di Ncd alla Regione, Giovanni Arruzzolo.
“E’ con sincera preoccupazione, ma anche con doverosa responsabilità, che intendo rivolgermi al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, tra l’altro titolare della delega all’Agricoltura, affinchè ponga in essere tutte le necessarie misure tese a scongiurare per l’anno in corso gli esiti negativi finora susseguitisi e che hanno davvero messo in ginocchio centinaia di famiglie la cui unica fonte di reddito e di sostentamento è l’agrumicoltura e l’olivicoltura. In tal senso – prosegue Arruzzolo – voglio ribadire come le due ultime campagne agrumarie nella Piana di Gioia Tauro siano state caratterizzate da eventi estremamente negativi, come l’inquinamento causato dalle ceneri vulcaniche, che hanno determinato la perdita di circa il 70% della produzione, così come le particolari condizioni climatiche avverse nello stesso periodo, che hanno compromesso la crescita e la maturazione ottimale delle olive destinate alla molitura. A tutto ciò – sottolinea ancora il Presidente del gruppo consiliare di Ncd – occorre ricordare il gravame negativo subito dagli agricoltori per gli effetti dell’embargo nei confronti della Russia, che ha pur rappresentato per la Piana di Gioia Tauro un significativo sbocco di mercato. Forse appare ripetitivo – afferma Giovanni Arruzzolo – ricordare le dimensioni medie delle aziende agricole pianigiane, molto spesso a conduzione familiare, con evidenti difficoltà di accesso al credito bancario. Nonostante i limiti, questi nuclei, nell’arco di decenni sono riusciti ad assicurare una vita dignitosa e di progresso anche per i loro figli. E’ certamente superfluo sottolineare quanto le politiche comunitarie incidano sulla vita reale degli agricoltori della Piana di Gioia Tauro e di altri territori regionali vocati all’agricoltura che, stando agli ultimi dati di Bankitalia, rappresenta ancora oggi il settore primario a maggiore redditività e, occorre dirlo, tutto per merito di ‘capitani coraggiosi e caparbi’ che non rinunciano a mandare avanti le loro aziende a costo di durissimi sacrifici. La Regione – evidenzia Giovanni Arruzzolo – dinanzi ai rischi di spoliazione, di depauperamento e di abbandono delle terre, ha il dovere di manifestare chiaramente un segnale di inversione di tendenza, di rinnovata attenzione verso l’agricoltura indicando, in un quadro di confronto con gli operatori del settore e le associazioni di rappresentanza, nuovi indirizzi programmatori a sostegno di quanti hanno ancora la forza di volontà di impegnarsi a determinare il proprio destino, dalla cui opera trae sicuramente beneficio tutta l’economia regionale. La fortissima indicazione internazionale di un ritorno al lavoro nei campi – dice ancora il presidente del gruppo di Ncd – alle coltivazioni stagionali, e per assicurare il cibo a tutti gli abitanti del pianeta, come peraltro ampiamente discusso durante l’Expo di Milano, richiede un’autentica svolta nelle politiche regionali, un forte indirizzo politico che innervi le prospettive di crescita della Calabria proprio con il rilancio dell’agricoltura. La disponibilità di moltissimi giovani di tornare al lavoro agricolo in questa situazione caratterizzata dai tagli della spesa pubblica, è un segnale di speranza che va colto nella sua interezza. Innovare con le nuove generazioni certamente – dice Arruzzolo – ma assicurando nel contempo a quanti resistono delle vecchie generazioni un quadro normativo di riferimento che favorisca le riconversioni varietali orientandole all’aumento del periodo di commercializzazione dei prodotti e favorendo politiche strutturali che premino le filiere complete, dalla produzione alla commercializzazione. Lo squilibrio,ormai strutturale, dei costi-ricavi va assunto come obiettivo strategico da ricomporre – afferma Giovanni Arruzzolo – poiché questo handicap pesa in maniera asfissiante su oltre il 90% delle aziende e sulle piccole proprietà, che necessitano invece di misure e strumenti incentivanti senza cui la sopravvivenza sui mercati sarà davvero un sogno. E’ compito della politica – conclude Giovanni Arruzzolo – indicare le vie di uscita ad un sistema che sicuramente nel corso degli anni non ha brillato per grandi indici di innovazione se si escludono le medie e grandi imprese, invero pochissime, per evitare una crisi senza ritorno che metterà in discussione in molte aeree della regione la stessa coesione sociale”.