“L’istituzione di una “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”, voluta dall’Assemblea delle Nazioni Unite e fissata il 25 novembre di ogni anno per ricordare tutte le vittime di violenza, è un appuntamento che interpella le istituzioni democratiche e le singole coscienze per le reiterate aggressioni che quotidianamente, purtroppo ancora oggi, vengono consumate contro le donne”.
Lo afferma in una nota il presidente del gruppo consiliare del Ncd, Giovanni Arruzzolo.
“E nel ricordo di tre giovani donne sudamericane che lottavano contro la dittatura, uccise proditoriamente a Santo Domingo, che l’Onu ha deciso di fissare questa giornata per sancire definitivamente a livello mondiale la necessità che di donne e dei loro bisogni si parli in ogni continente ed in ogni paese. Nonostante gli anni ’70, quando in Italia migliaia di ragazze, spesso in compagnia dei loro mariti, o fidanzati o amici, scesero in piazza per dire pubblicamente che quella parte dell’umanità respira, pensa, soffre e gioisce come e più di un uomo, ancora oggi si continuano a perpetrare crimini efferati contro ragazze, fidanzate, madri, che sollecitano una forte azione di sensibilità culturale da parte delle istituzioni, a partire dalla scuola. Una ripresa della prevenzione civile, prima di ogni altro tipo di azione dello Stato, è il migliore viatico per accorciare le distanze, le diffidenze, dispensare aiuto a che si trova in gravissime difficoltà, spesso all’interno del nucleo familiare, per evitare tragiche conclusioni. La Regione, in questo quadro, deve tenere vive le politiche sociali di aiuto e di solidarietà nei confronti di chi all’interno delle mura domestiche vive drammi quotidiani, spesso incrementati da quell’effetto moltiplicatore alimentato dal disagio economico e da una vita da indigente. E’ quindi necessario costruire una cultura del rispetto delle donne, tenuto conto che più del 70 % nel mondo sono state vittime nel corso della loro vita di violenza fisica o sessuale da parte di uomini, proprio per sottolineare che nessun essere umano, meno che mai una donna, è inferiore ad un altro”.