Dipendenti con pregiudizi penali e legati da rapporti di parentela con esponenti di primo piano della ‘ndrangheta; situazione generalizzata di grave disordine organizzativo, assolutamente fuori controllo”; controlli “zero” sul profilo contabile e della legittimità degli atti relativi ai fornitori, bilanci “orali”: sono i motivi che hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Asp di Reggio Calabria. Il decreto del Presidente della Repubblica è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e vi sono allegate le relazioni del prefetto di Reggio Michele di Bari e del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Nella relazione si cita il caso di due dipendenti condannati per associazione mafiosa con sentenze divenute irrevocabili e licenziati solo dopo mesi. “E’ significativo – scrive Salvini – come, negli anni passati, l’azienda abbia omesso di adottare le misure disciplinari nei confronti di dipendenti condannati in via definitiva per associazione o per reati aggravati dall’art. 7”.