Astrazeneca, Sileri: “Decisione geopolitica? Il dubbio può venire, ma la scelta è stata su base clinica. Se servisse a dare fiducia ai cittadini, sarei disponibile a vaccinarmi con Astrazeneca non appena si potrà ripartire”
Astrazeneca, Sileri: “Decisione geopolitica? Il dubbio può venire, ma la scelta è stata su base clinica. Lo stop è stato molto precauzionale, forse più di medicina difensiva, ma da oggi si ripartirà. Se servisse a dare fiducia ai cittadini, sarei disponibile a vaccinarmi con Astrazeneca non appena si potrà ripartire. Ade? Il dottor Google purtroppo diventa fuorviante. Varianti nuove potranno generarsi nel nostro Paese o arrivare dall’estero, chiudere completamente i confini riduce il rischio, ma non si può fare per sempre, quello che serve è rafforzare il sistema di monitoraggio mediante la genetica dei virus che troviamo sul nostro territorio”
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (M5S) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Su Astrazeneca. “Decisione geopolitica? Il dubbio può venire, ma la scelta è stata su base clinica. L’evidenza di alcuni casi in Germania e un’analisi oggettiva del rischio ha portato a suggerire lo stop, poi il resto è stato molto precauzionale, forse più di medicina difensiva. Nel momento in cui hai tutti i Paesi che bloccano è chiaro che diventa un effetto domino e si decide uno stop temporaneo, sono sicuro che oggi ripartirà la vaccinazione con Astrazeneca. I casi in questione sono un numero estremamente esiguo, pensate invece a quante persone si ammaleranno e moriranno a causa delle centinaia di migliaia di dosi che non sono state somministrate in questi giorni”.
Sull’efficacia di Astrazeneca. “Quando si parla di efficacia va vista la capacità del vaccino di ridurre la mortalità e la malattia e i vaccini su questo sono equivalenti. Se tu rifiuti di fare il vaccino Astrazeneca non puoi scegliere di farne un altro, poi dovrai rimetterti in fila e non è detto che non ti ricapiti sempre con Astrazeneca, salvo che, facendo l’anamnesi, il medico decida che per il tuo stato di salute sia necessario farne un altro. Io non mi sono vaccinato perché non sto esercitando la mia professione come medico e docento, ho espresso la mia disponibilità a vaccinare per aiutare nei centri vaccinali. E’ evidente che se si dovesse ripartire con Astrazeneca e la mia vaccinazione potesse essere d’aiuto per dare fiducia ai cittadini, io non avrei alcun dubbio nel fare il vaccino per primo”.
Sulla reazione infiammatoria Ade. “Si può verificare una risposta infiammatoria quando viene inoculato un vaccino, ma mi sembra abbastanza impossibile una cosa del genere. Io che ho già avuto il covid potrei avere una risposta infiammatoria maggiore, ma come quella che avrei con un richiamo naturale. Questa cosa può aver senso in un ampio discorso scientifico, ma non nel caso specifico del vaccino. Purtroppo in questa situazione il Dottor Google diventa ancora più fuorviante e motivo di smarrimento per le persone”.
Sulle varianti. “Varianti nuove potranno generarsi nel nostro Paese o arrivare dall’estero, chiudere completamente i confini riduce il rischio, ma non si può fare per sempre, quello che serve è rafforzare il sistema di monitoraggio mediante la genetica dei virus che troviamo sul nostro territorio.
Sulla medicina territoriale. “Deve essere il punto di partenza della ricostruzione del SSN, in molte aree del Paese l’assistenza è stata troppo ospedalocentrica. Sono stati fatti tagli e il territorio è rimasto sguarnito. Territorio significa tante cose, significa avere medici di base che possano essere aiutati, potenziare il ruolo delle farmacie nel territorio, significa andare a casa dei nostri anziani, per questo stiamo spingendo per far arrivare più finanziamenti per la tutela degli anziani”.