Art. 29 della Costituzione “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Di diverso avviso il Tribunale per i minori di Bologna che ha dato in affidamento ad una coppia omosessuale di mezza età una bambina di tre anni, nonostante il parere contrario espresso della Procura del capoluogo emiliano, parere motivato non sulle inclinazioni sessuali della coppia bensì sulla procedura lacunosa dal punto di vista formale.
È stato pertanto superato un articolo della Costituzione, la quale, si presume, sia fonte primaria del diritto, ossia insuscettibile di modifica o abrogazione con legge “ordinaria” da parte del Parlamento.
Carta Costituzionale che deve essere rispettata da tutti i cittadini ed a maggior ragione applicata pedissequamente dai custodi della legge per eccellenza, ossia i magistrati.
Non si pretende di entrare nel merito della questione, ovvero se sia giusto o meno affidare un minore ad una coppia di omosessuali per giunta di età non più giovanissima, quello che invece è obbligo, per dovere di conoscenza, è evidenziare, come, secondo le leggi vigenti ciò non sia consentito per una duplice ragione. In primis la Costituzione, come detto, prevede la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, a prescindere dall’orientamento sessuale, in secondo luogo in presenza di affidatari di età avanzata, quando secondo consuetudine l’affidamento non viene quasi mai concesso neppure in caso di una coppia regolarmente sposata.
Non è il caso di soffermarsi sulle lungaggini e le difficoltà in materia di adozioni ed affidamento nel Belpaese, ma un dato è certo non si tratta di procedure semplici e veloci, con i servizi sociali che spesso fanno il buono ed il cattivo tempo.
Di fronte a tale situazione vien naturale chiedersi perché forzare la legge? Perché far attendere anni dietro a procedure, scartoffie ed esami incrociati coppie di una famiglia intesa “come società naturale fondata sul matrimonio” per poi affidare una bambina ad una coppia di mezza età andando contro la Costituzione e superando leggi e consuetudini? Ad ognuno le proprie valutazioni.
Senza entrare in tecnicismi giova infine ricordare come il potere di emanare leggi spetti al Parlamento, mentre alla magistratura è affidato il compito di applicarle. Purtroppo chi dovrebbe legiferare si preoccupa di fare proclami, emblematica la vicenda sul riconoscimento delle coppie di fatto, questione prioritaria e sacrosanta in materia di diritti civili, sbandierata ai quattro venti e reclamizzata da tutti in campagna elettorale e mai regolamentata. Mentre chi dovrebbe applicare le leggi spesso si sostituisce al legislatore.
Ma d’altronde siamo in Italia dove il preside di una scuola della capitale può permettersi arbitrariamente di sostituire sui libretti dei ragazzi la dicitura “padre e madre” con quella di “Genitore 1 e Genitore2”.
Questa è l’Italia, con tutte le sue ipocrisie, le sue contraddizioni ed i suoi protagonismi, prendere o lasciare.
Angelo Zurzolo