Da oggi i consigli regionali dovranno dotarsi di leggi elettorali che garantiscono l’equilibrio di genere. La legge, laddove il sistema elettorale regionale preveda liste con preferenze, stabilisce che le prime non potranno contenere al loro interno candidati dello stesso sesso superiori al 60% e che sia consentita l’espressione di due preferenze purché la seconda sia di un candidato di sesso diverso dalla prima.
In presenza di leggi elettorali regionali che prevedono collegi uninominali i candidati dello stesso sesso non potranno superare il 60% del totale. Nel caso di liste bloccate sarà necessario garantire non solo la rappresentanza dei candidati di sesso diverso per la percentuale citata ma anche l’alternanza nel posto in lista.
Voglio ricordare che soprattutto la doppia preferenza di genere non rappresenta la “garanzia” di quote rosa, ma il riconoscimento di pari opportunità attraverso il rispetto di una norma non discriminatoria tra i due generi. Purtroppo finora solo poche regioni hanno introdotto autonomamente norme che garantiscono l’equilibrio della rappresentanza di genere. Eclatante il caso della Calabria, dove nonostante la legge elettorale sia stata approvata nel 2014, la precedente maggioranza di centrodestra ha volutamente evitato di introdurre la doppia preferenza di genere nonostante l’intensa campagna di associazioni e movimenti dell’opinione pubblica calabrese. L’impegno assunto dal Presidente Mario Oliverio già in campagna elettorale di introdurre la preferenza di genere nel corso di questa consiliatura regionale trova oggi il conforto di una legge nazionale.