In questi giorni sono state numerose le sollecitazioni provenienti da insegnanti, dirigenti scolastici, operatori del mondo della scuola, associazioni ed esponenti delle organizzazioni sindacali ispirate da forte preoccupazione per alcuni dei contenuti del DDL “Buona Scuola”.
Sulla base di queste ho ritenuto opportuno presentare, insieme ai colleghi Bruno Censore, Nico Stumpo e Demetrio Battaglia alcuni emendamenti, grazie anche alle proposte che sono state elaborate dal Dipartimento Scuola e Formazione del PD di Cosenza.
Il DDL Scuola, pur contenendo importanti elementi positivi, primo fra tutti il piano di assunzioni per centinaia di migliaia di “braccianti della scuola” costretti da anni al precariato, va corretto in alcuni punti decisivi. A chiedercelo sono tutte le componenti della scuola, dirigenti, insegnanti, genitori e studenti, come dimostrano anche le manifestazioni di questi giorni.
Gli emendamenti che mi vedono prima firmataria puntano innanzitutto a fissare criteri precisi e vincolanti sui poteri assegnati ai dirigenti nella “scelta” degli insegnanti del nuovo organico funzionale (sono gli stessi dirigenti a chiederlo) nell’ottica della responsabilizzazione di tutte le componenti del mondo della scuola e degli organi collegiali.
In un altro emendamento abbiamo chiesto di fissare criteri che consentano, nell’alternanza scuola-lavoro di evitare che le scuole ricadenti in territori economicamente e socialmente svantaggiati vengano penalizzate dalla debolezza del proprio contesto territoriale. Nella stessa ottica si pone l’emendamento con il quale chiediamo di costituire un fondo perequativo per il gettito proveniente dal 5xmille che il DDL consente di destinare alle singole istituzioni scolastiche; questo fondo consentirà di sostenere le scuole ricadenti in contesti territoriali deboli che, altrimenti, rischierebbero di essere tagliate fuori da questa opportunità di sostegno finanziario.
Abbiamo inoltre sentito l’esigenza di specificare che la minoranza linguistica da tutelare nella ripartizione dell’organico non fosse soltanto quella slovena ma tutte quelle riconosciute come tali con legge dello Stato, tra cui anche l’albanese, la grecanica e l’occitana che, com’è noto, sono presenti in maniera significativa in Calabria.
Abbiamo infine rivolto una particolare attenzione ai contenuti formativi con la proposta di istituire l’insegnamento dell’educazione di genere per combattere gli atteggiamenti sessisti che spesso generano gli episodi di femminicidio e di consentire alle scuole di istituire percorsi convenzionati con le università al fine di garantire agli studenti che scelgono di seguirli di ottenere il 50% del punteggio utile per l’accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso.
Con altri colleghi, infine, stiamo seguendo la questione relativa a tutti quei soggetti che rischiano di restare esclusi dal piano di assunzioni previsto dal DDL pur essendo in possesso di abilitazioni o vincitori di concorso o di coloro che si trovano inserite in graduatorie province e regioni autonome. Il MIUR si è impegnato a fornire al Parlamento una ricognizione precisa di quante effettivamente siano queste persone. La proposta è che, se non si riesce a procedere immediatamente con le assunzioni a partire dal prossimo anno, si definisca un piano pluriennale che consenta a tutti gli aventi diritto di poter accedere all’insegnamento.
Il Governo ha avuto il merito di aprire, dopo anni di incertezze, di confusione e di stop and go la pratica scuola. E’ venuto il momento di chiuderla con il buon senso e la politica.