Gilda Rizzo, una 78enne originaria della Calabria, ma residente nel milanese, si trovava in vacanza a Tropea quando ha accusato dei forti malori all’addome. E’ stata così visitata accuratamente da un medico della guardia medica e sotto consiglio dello stesso, trasportata dal figlio presso l’ospedale di Tropea dove le è stata prescritta una ecografia due giorni dopo. Il figlio racconta ai media di aver portato la madre per le visite fissate il lunedi, ma alla richiesta di poter eseguire l’ecografia, una caposala con aria quasi sarcastica le avrebbe riferito il suo stupore in merito e dichiarato che sarebbe stato impossibile eseguire l’esame in quanto l’ecografo era rotto da mesi. Così alla povera donna vengono fatte solo alcune analisi del sangue che rivelano però dei valori che non promettono bene ma anche questo sembra non essere chiaramente riferito da chi di competenza in ospedale. Così la signora Gilda la sera di lunedi peggiora e viene trasportata questa volta presso l’ospedale di Vibo dove finalmente si scopre la verità: la 78enne ha l’intestino perforato, e nel frattempo questa lesione le ha procurato anche un’infezione. Ma è tardi, la sofferente signora ha la pressione bassissima, è una donna anziana, i medici spiegano al figlio che operarla non avrebbe senso. Gilda muore poco dopo.
Il figlio Giulio, residente anche lui al nord, ha sporto denuncia contro i medici dell’ospedale di Tropea. «Anche se nessun risarcimento darà a me e mio fratello nostra mamma, pensiamo che chi ha lavorato con superficialità debba assumersi le proprie responsabilità, e speriamo che la sua morte serva a scardinare ospedali fatiscenti e gestiti in maniera dilettantistica, o creati per assegnare posti». Il coordinatore cittadino di Fdi Massimo Girtaner ha chiesto al ministro della Salute Lorenzin «di avviare le dovute indagini sull’ospedale di Tropea».