Centinaia di lavoratori hanno risposto all’appello lanciato da Cgil, Cisl e Uil e sono scesi in piazza per manifestare contro al legge di stabilità che, ancora una volta, penalizza il Mezzogiorno, la Calabria e la provincia di Cosenza. Questa mattina, lavoratori, precari, pensionati e disoccupati hanno bloccato lo svincolo dell’A3 di Rende, mentre altre due sit-in andavano in scena a Crotone e Villa San Giovanni. Tre le questioni specifiche contenute nella manovra che sono state sollevate dal sindacato e fatte proprie dai cittadini: il taglio da trenta milioni alla forestazione, la mancanza delle risorse per il 2016 necessarie alla contrattualizzazione dei cinquemila Lsu e Lpu calabresi, 2700 solo in provincia di Cosenza, l’assenza di un piano di ricollocazione produttiva dei lavoratori che usufruiscono degli ammortizzatori sociali. Più in generale, Cgil, Cisl e Uil denunciano l’abbandono del Sud e della Calabria che sono letteralmente spariti dall’agenda del Governo.
Contemporaneamente alla protesta, ieri mattina si è svolto un vertice a Roma – alla presenza del sottosegretario Claudio De Vincenti e del governatore Mario Oliverio – proprio sui problemi denunciati dal sindacato e oggetto della manifestazione. Una manifestazione che si è chiusa in tarda mattinata dopo che dalla Capitale sono giunte delle notizie confortanti. “Giudichiamo positivamente lo spiraglio che è stato aperto da Governo e Regione – commentano Umberto Calabrone, segretario generale della Cgil di Cosenza, e Adriano Savaia, segretario generale Flai Cgil Cosenza -. Il sindacato però non è intenzionato ad abbassare la guardia se non verranno corrette le iniquità contenute nella legge di stabilità. Siamo pronti a nuove mobilitazioni, anche a Roma se sarà necessario”.