Chiesti 500anni al clan cosentino Rango-Abruzzese

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Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, ha chiesto condanne per quasi 500 anni di carcere nei confronti dei 35 imputati che hanno scelto il rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta “Nuova famiglia” sul clan cosentino Rango-Abruzzese. Per Maurizio Rango, considerato il capo dell’organizzazione, il pm ha chiesto l’ergastolo. L’imputato oltre che di associazione mafiosa deve rispondere anche dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Luca Bruni, il cui scheletro venne ritrovato in un casolare nei pressi di Castrolibero. Il clan di ‘Ndrangheta, sempre secondo la tesi dell’accusa, controllerebbe il racket delle estorsioni, avrebbe acquisito (anche con l’uso di armi) la gestione e controllo di attività, appalti pubblici ed avrebbe occupato abusivamente alloggi popolari per poi rivenderli.  

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