Ha avuto inizio, con un’interessante lezione di Maurizio Pallante, il Pianaecofestival. Il filosofo ambientalista ha dato il via al lungo cartellone di iniziative parlando della sua affascinante teoria della Decrescita felice.
Si tratta di un’arguta disquisizione economica dove il suo autore distrugge i pilastri fondamentali dell’economia moderna attraverso un’ampia e documentata critica che svela l’inutilità degli indici di prodotto interno lordo nella misurazione della ricchezza mondiale e delle singole nazioni, dimostrando invece come, la vera ricchezza, la si conquista praticando un tipo di mercato opposto a quello odierno, con l’abolizione del sistema del mercato multinazionale, il quale è da sostituire con la logica di un mercato che sprona la produzione e la diffusione di produzioni autoctone all’interno dei territori dove sono state prodotte.
Pallante, con grande entusiasmo, parla di questo suo sistema economico spiegando come un tipo di mercato di questo genere abbatta di gran lunga i costi di produzione generando maggiore benessere fra le popolazioni del pianeta e come, in tal modo, si ponga anche un freno all’inquinamento ambientale ricavando ulteriori vantaggi economici e sociali per gli uomini.
Il filosofo, in questa sua brillante spiegazione, evidenzia come l’economia attuale è giunta al limite e risulta fallimentare proseguire sulla sua strada maestra, che ormai è piastrellata di guerre e rovina, anche se si cerca di porre dei freni agli sprechi e all’inquinamento.
È su queste teorie che Pallante ha, appunto, trovato la soluzione nella decrescita perché, arrivata al fallimento l’economia della crescita su scala internazionale, la felicità può essere trovata solo attraverso un’operazione inversa, di decrescita del mercato multinazionale, che riporti gli scambi commerciali all’interno dei territori di produzione delle merci e che pongano, quindi, come oggetti di scambio i prodotti locali, tra l’altro più economici e genuini non avendo bisogno di trasporti ad alta percorrenza, e quindi anche di lavorazioni innaturali che prolungano la durata del prodotto.
Gaetano Errigo