“Sono ormai più di tre anni che sollecitiamo il Presidente Oliverio ed il Dipartimento Agricoltura sull’emergenza danni da cinghiali che è diventata una vera calamità per l’agricoltura regionale e perciò non si può più perdere tempo”. E’ perentoria la Coldiretti che più volte ha sottoposto e illustrato alla Regione proposte per un adeguato percorso di diminuzione del numero di cinghiali che ormai hanno invaso tutto il territorio. Ma fino ad oggi registriamo – annota Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – che “non sono pervenute risposte all’emergenza”. Questo il pacchetto di proposte avanzate:
1) Modifica della L.R. n°9 del 17/5/1996;
2) Aggiornamento del Piano Faunistico-Venatorio del 25/6/2003;
3) Ridefinire le aree vocate al cinghiale;
4) Adozione dei Piani di Controllo e contenimento dei cinghiali;
5) Sollecitare gli Enti Parco al censimento della consistenza dei cinghiali ed al loro contenimento;
6) Attuare il Piano di Sorveglianza Epideomologica e monitoraggio delle malattie sulla fauna selvatica, con particolare riguardo al cinghiale;
7) Attivazione misura 5 del PSR per interventi di prevenzione danni nelle aree agricole maggiormente colpite;
8) Allungamento del periodo di caccia con la rotazione delle squadre dei cacciatori;
9) Autorizzazione agli agricoltori proprietari e conduttori dei fondi, in possesso di porto d’armi e permesso di caccia, ad effettuare interventi di abbattimento tutto l’anno;
10) Sburocratizzare e semplificare le procedure amministrative per velocizzare il risarcimento dei danni agli agricoltori.
Ad oggi – ribadisce Coldiretti – vi è stata l’assenza totale di qualsiasi azione politica e/o di interventi straordinari per come richiesti e questo ha comportato, come è facile constatare, rilevanti danni economici e sociali all’agricoltura calabrese. Del resto le norme regionali di oltre venti anni pensate per la tutela e protezione della fauna selvatica, al fine della ricostituzione del patrimonio faunistico, certamente oggi non sono idonee ad interventi efficaci e veloci di contrasto all’emergenza da sovrappopolamento di cinghiali per la difesa delle produzioni agrosilvopastorali. Insomma, su questo fronte, certamente tre anni di latitanza politica che meriterebbe quantomeno le scuse agli agricoltori. Desta stupore e interrogativi che l’azione politica del Dipartimento Agricoltura si sia esaurita e concentrata nel commissariamento delle AA.TT.CC. (Ambiti Territoriali di Caccia) e nel trasferimento dell’ufficio caccia regionale dal Settore 5 al Settore 1 del Dipartimento stesso. “Per noi è irrinunciabile – insiste Molinaro – continuare a difendere il diritto a coltivare i campi e raccogliere i prodotti. Serve rimuovere velocemente e con coraggio le cause dell’ immobilismo politico al Dipartimento Agricoltura per lavorare sui dieci punti sopra evidenziati e più volte reiterati; questo è l’unico modo per dare risposte agli agricoltori! In presenza di ulteriori ritardi – comunica- la mobilitazione della Coldiretti sarà intensificata”. Infine la Coldiretti chiede l’immediato pagamento dei danni subiti dagli agricoltori riferiti al saldo 2015 e alle annualità 2016, 2017 e primo semestre 2018.