Riceviamo e pubblichiamo
Il 25 Aprile e il 1° Maggio ricorrono rispettivamente le celebrazioni per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e la Festa delle Lavoratrici e dei Lavoratori, due date che per noi non possono e non devono essere un semplice esercizio di commemorazione bensì un’occasione di riflessione sul loro significato e sulla loro attualità. Il 25 Aprile è il giorno in cui le donne e gli uomini della Resistenza, non senza sacrificio, posero fine al ventennio di dittatura fascista per riaffermare il principio di giustizia sociale, il diritto alla libertà e alla dignità della persona contro la soffocante oppressione che il regime aveva imposto; il 1° Maggio è la festa che ricorda i sacrifici della classe operaia per l’affermazione dei diritti sindacali in tutto il mondo.
Come già annotato prima, queste due date simboliche rischierebbero di assumere i tratti di un mero artificio celebrativo se oltre alla commemorazione non si dedicasse un po’ di tempo a esaminare attentamente il rapido deterioramento del quadro politico e sociale del nostro paese.
Stiamo assistendo, negli ultimi anni, a una continua messa in discussione di tutti i diritti, spesso anche di quelli fondamentali, ottenuti in anni di lotte politiche e sindacali, per opera di una classe politica che pare non avere intenzione di fermarsi in questo progetto d’involuzione. Nell’arco di pochi anni si sono succeduti governi nazionali che, approfittando della grave crisi economica e occupazionale che stiamo vivendo, hanno smantellato lo stato sociale con misure come l’abrogazione dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, l’innalzamento dell’età pensionabile e in ultimo il “Jobs Act” di Renzi che consolida il precariato come modello di lavoro. Fa da cornice alla demolizione del welfare il sempre più pressante sforzo di modificare la Costituzione, partendo con il tentativo minarne la tenuta attraverso la modifica dell’art. 138 posto dall’Assemblea Costituente a salvaguardia dell’intero dettato, in favore di un modello costituzionale che concentri più poteri nelle mani del premier e che restringa la rappresentatività popolare in seno agli organi istituzionali.
Le scelte politiche di cui sopra, a nostro parere, non sono altro che il tentativo, nemmeno tanto celato, di cancellare valori e conquiste, come la libertà e la giustizia sociale, che le due date che ci apprestiamo a festeggiare hanno finora simboleggiato.
L’augurio che Rifondazione Comunista fa a tutti i cittadini per il 25 Aprile e per il 1° Maggio, pertanto, vuole essere spunto di riflessione affinché, oltre al dovuto atto di rispetto per le ricorrenze in sé, si possa ritrovare lo stimolo a non sopportare supinamente, sull’esempio dei partigiani e dei lavoratori che hanno lottato per i loro diritti, quanto si cela nelle intenzioni antidemocratiche di chi ci governa. Rivolgiamo un ulteriore augurio ai taurianovesi affinché, subita già l’onta degli scioglimenti amministrativi per infiltrazioni mafiose, trovino in loro il coraggio di non accettare, per il futuro, altre situazioni d’imbarazzo e di ridicolizzazione per la comunità create dalla politica cittadina.
Il Segretario
Joseph Condello