“La debolezza della domanda che hanno dovuto fronteggiare le nostre Imprese, accompagnata altresì da un rallentamento (dal 2008 al 2009) e poi da una contrazione (dal 2008 ad oggi) del credito bancario, ci spinge ad affermare che questa è decisamente la peggiore crisi affrontata dal nostro Paese dal secondo dopoguerra in poi. In questo panorama non certo idilliaco, le PMI sono riuscite comunque a tenere alta la bandiera dell’Italia e tra mille difficoltà continuano ad essere le vere e sole protagoniste del nostro tessuto economico produttivo”. Ad affermarlo è Giuseppe Lucà – responsabile Centro Studi Confartigianato Crotone – a seguito di una analisi dedicata alle PMI.
“Analizzando e interpretando alcune statistiche relative all’andamento della nostra economia negli ultimi anni – continua Lucà – è evidente che le PMI rappresentano il vero cuore pulsante del nostro tessuto economico ma, soprattutto, l’area in cui è necessario investire maggiormente se si vuole intraprendere quel percorso di innovazione e crescita del Paese dai più auspicato. Solo per citare qualche numero, secondo il Rapporto Cerved 2014, nonostante la crisi, 3.472 piccole e medie imprese sono riuscite, comunque, a raddoppiare il giro di affari tra il 2007 ed il 2012. Secondo una indagine Confartigianato, nei primi tre trimestri del 2014, si è registrata una esportazione di prodotti “Made in Italy” per un valore di 75,4 miliardi di euro, con un aumento del 3,3% (pari a 2,4 miliardi di euro) rispetto allo stesso periodo del 2013. Un dato certamente interessante, considerato che circa il doppio rispetto all’andamento complessivo del nostro export manifatturiero che ha fatto registrare invece una crescita di circa l’1,7%. Queste risultanze sono una testimonianza e una conferma, come già sottolineato dal Presidente Confartigianato Giorgio Merletti, che gli artigiani e i piccoli imprenditori sono i veri protagonisti della qualità manifatturiera Made in Italy, valore a quanto pare sempre più apprezzato, soprattutto all’estero”.
“La medesima indagine – aggiunge Giuseppe Lucà – ha altresì evidenziato come al vertice della classifica regionale per l’aumento di esportazioni di prodotti realizzati dalle piccole imprese si colloca il Piemonte con una crescita del 5,5% a settembre 2014 rispetto all’anno precedente. Secondo posto per il Veneto, che registra un incremento del 4,4%, seguito da Friuli Venezia Giulia, che fa segnare +4%, e Lombardia (+3,6%). La nostra Regione, invece, si colloca in una posizione diametralmente opposta della classifica. Secondo i dati ISTAT relativi al 2014 infatti la Calabria ha fatto registrare un calo delle vendite verso l’estero nei primi nove mesi dell’anno 2014, con una decrescita del -11,1% rispetto all’anno precedente. In particolare, le rilevazioni, indicato un calo del -6,9% verso Paesi UE e -13,8% verso Paesi Extra-UE”.
“Questo, per ovvie ragioni, è un dato che ci rammarica – conclude Giuseppe Lucà – ma certamente non ci scoraggia. Le potenzialità per crescere e avviare un ciclo virtuoso di crescita e sviluppo, in Calabria e nella Provincia di Crotone, ci sono tutte. Turismo, Artigianato e Agroalimentare i settori su cui investire, puntando in primis sull’internazionalizzazione (coadiuvata anche dalla digitalizzazione delle imprese). Il tutto naturalmente attraverso misure ad-hoc a favore proprio di tali settori. Certamente un uso più intelligente e mirato delle ingenti risorse provenienti dall’UE e un sostegno più concreto del Sistema Bancario, il quale è vicino al Territorio solo nel processo di raccolta, ma sempre più lontano e avulso dalle istanze delle PMI quando si tratta di supportare le idee e i progetti dei nostri imprenditori e dei nostri giovani”.