La Guardia di finanza di Reggio Calabria ha confiscato beni per 26 milioni di euro all’imprenditore della grande distribuzione Giuseppe Chirico, ritenuto in stretti rapporti con le cosche Tegano e Condello del quartiere Archi. Su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e del pm della Dda Stefano Musolino, il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio presieduto dal giudice Ornella Pastore.
Il decreto di confisca conferma il sequestro che la Dda aveva disposto all’indomani dell’operazione “Fata Morgana” condotta dalla fiamme gialle. Un’inchiesta che aveva portato all’arresto dell’imprenditore e le cui risultanze sono confluite nel maxiprocesso “Gotha”, in corso davanti al Tribunale reggino.
Secondo l’accusa, con il costante appoggio assicuratogli dalle potenti cosche del quartiere “Gallico”, Chirico aveva potuto imporre e interporre illecitamente le proprie attività commerciali come la Soral (Società Reggina Alimentari di Chirico Giuseppe & C. S.a.s.) che operava anche all’interno del centro commerciale “Perla dello Stretto” di Villa San Giovanni. Le indagini, condotte dagli uomini del colonnello Maurizio Cintura, hanno consentito di accertare la sussistenza di una significativa sproporzione tra il reddito ed il patrimonio del nucleo familiare di Chirico. Questo, secondo il Gico e i finanzieri della compagnia di Reggio Calabria, sarebbe stato possibile grazie ai redditi accumulati in qualità di “imprenditore espressione della ‘ndrangheta reggina”. Secondo gli inquirenti, infatti, l’intero patrimonio accumulato da Chirico sarebbe derivato dalle attività illecite portate avanti sotto il manto di due delle più potenti cosche reggine.
Oltre alla società “Soral” e al suo complesso aziendale, composto da 28 terreni e fabbricati, 2 veicoli (tra cui una Jaguar) e 5 rapporti finanziari, il Tribunale ha confiscato i beni privati di Chirico e della sua famiglia. I sigilli sono stati applicati anche a un terreno, un veicolo, e 17 rapporti finanziari.