Nel pomeriggio odierno il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria ha convalidato gli arresti dei fiancheggiatori eseguiti dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Reggio Calabria, nel corso della cattura del latitante ZAMPAGLIONE ANTONINO, 66enne, originario di Montebello Jonico, avvenuta sabato pomeriggio.
Nello specifico il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per Calabrese Fortunato, 49enne, fratello predetto, coniugato, operaio A.V.R., e gli arresti domiciliari per il fratello Francesco, reggino 43enne, coniugato, disoccupato e Ciolacu Elena, rumena 33enne, convivente Fortunato, casalinga. Contestualmente l’udienza per la fase dibattimentale è stata rinviata al 19 febbraio p.v..
Zampaglione era latitante dall’anno 2012 poiché destinatario di un “Ordinanza di esecuzione per la carcerazione” emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria poiche’ riconosciuto colpevole dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso operante in Melito Porto Salvo e dell’omicidio volontario di Pangallo Antonino commesso in Montebello Jonico in data 06 febbraio 1990. Nello specifico, nel corso del controllo del territorio, lo Zampaglione era stato sorpreso dai militari all’interno di una controsoffitta di un fabbricato annesso all’abitazione di proprietà della famiglia Calabrese sita in San Roberto.
Lo Zampaglione è stato condannato alla pena definitiva di reclusione di anni 28, con residuo da scontare di anni 24 mesi 9 e giorni 15, poiché tratto in arresto su ordinanza di custodia cautelare il 10.12.2002 nell’ambito dell’operazione “Rose Rosse” condotta dal Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria relativa alla Cosca “Iamonte” operante in Melito di Porto Salvo. L’omicidio contestato è quello di Pangallo Antonino commesso in Montebello Jonico in data 06 febbraio 1990.