Un uomo di 52 anni, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata. I carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme, hanno fermato all’alba di oggi il 52enne, eseguendo un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme. L’uomo, secondo l’accusa avrebbe adoperato violenza nei confronti della convivente di nazionalità romena (classe ’88) e alla presenza dei figli minori di anni 9 e 3. Il 52enne è stato fermato in auto e le condizioni fatiscenti dei veicolo hanno insospettito i militari che sono diretti verso la casa dell’uomo, dove hanno scoperto che lui e la famiglia vivevano in una piccola baracca fatiscente, priva di illuminazione e di servizi, nelle campagne di Gizzeria. Un ambiente, privo di condizioni igienico sanitari, infestato da topi e insetti, con servizi igienici ricavati nei secchi della spazzatura e letti in cartone. In considerazione delle gravissime condizioni di degrado riscontrate, la donna e i due bambini sono stati immediatamente trasferiti in località protetta.
Gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare che la donna, già badante della precedente compagna dell’indagato (deceduta), era segregata, da circa 10 anni, prima all’interno di diversi appartamenti e poi nella baracca, venendo costretta in stato di schiavitù, subendo reiterate e crudeli violenze sessuali (dalle quali sono nati i due bambini) e inaudite e gravi lesioni (anche alle parti intime e anche durante i periodi di gravidanza), alcune delle quali saturate con una lenza da pesca direttamente dall’uomo. Alla donna non è stato mai consentito di avere relazioni sociali e di ricevere cure mediche neanche durante le gravidanze, venendo anche costretta a non lavarsi da oltre un anno. Molte delle violenze patite dalla donna sono avvenute alla presenza dei due minori che, talvolta, venivano anche minacciati al fine di farli partecipare alle brutalità. L’uomo, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Catanzaro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.