Riceviamo e pubblichiamo
Dopo rispettivamente un anno, e pochi giorni dalla loro presentazione, sono state discusse al Senato le mozioni di SEL (n. 18) e Movimento 5 Stelle (n. 276), diverse nella loro struttura ma convergenti verso una direzione univoca: quella della revoca immediata delle autorizzazioni concesse a tutti gli impianti di rigassificazione italiani, riesaminando tutti i pareri acquisiti durante i vari iter, a fronte delle gravi carenze evidenziate e delle sostanziali modifiche riscontrate. Un obiettivo che, seppur non concordato con i comitati territoriali Calabresi, i quali hanno appreso di questa discussione dagli omologhi Triestini (nell’ottica di un movimento italiano contro l’hub del gas che di questo Paese vorrebbe realizzarsi), viene totalmente condiviso.
La lunga discussione dell’aula, protrattasi per due sedute, è stata attentamente seguita con stupore e incredulità per le posizioni man mano emergenti: si è palesato, con interventi come quelli dei democrats Puppato e Tomaselli (quest’ultimo affermando addirittura che “Trov[o] singolare che si conduca una battaglia contro un rigassificatore”), del leghista Consiglio (“il Gruppo Lega Nord non è in linea generale contrario alla costruzione di rigassificatori, ma è certamente contrario alla progettazione di impianti in luoghi dove l’analisi economica, ambientale e naturalistica, abbia evidenziato non solo il tremendo impatto ecologico delle strutture progettate, ma anche i danni economici derivanti dalla difficile convivenza con le attività portuali. Mi riferisco nello specifico a quello autorizzato nella baia di Zaule, a Trieste”, come se Gioia Tauro non fosse nelle stesse condizioni, specie per quanto riguarda la configgente infrastruttura portuale) e Malan (Forza Italia), ove ne servisse ulteriore dimostrazione, lo scollamento tra la classe politica e le intenzioni del territorio, specie quello Pianigiano, che appena un anno fa, in massa, si radunava all’Autorità Portuale di Gioia Tauro per chiedere al Comitato Portuale di non accordare la concessione demaniale alla LNG Medgas.
Da oggi sono cristallizzati in un documento ufficiale dell’istituzione senatoriale, che utilizzeremo a futura memoria, i nomi e gli schieramenti che non sono graditi nelle occasioni d’incontro e di protesta che No rigass – Calabria continuerà a creare. Di fronte a questa votazione, che, specifichiamo ancora una volta, con il sostegno di PD, Forza Italia, Lega Nord ed NCD si è conclusa con la bocciatura delle mozioni summenzionate, ci aspettiamo un gesto forte dei Sindaci di Rosarno e San Ferdinando, Tripodi e Madafferi: un sussulto di dignità e coerenza, che li spinga a tutelare le rispettive cittadinanze mediante la fuoriuscita dal Partito Democratico. Solo così potranno dimostrare la chiara rottura con i disegni governativi e l’assenza di un loro consenso, anche solo tacito, al progetto scellerato del rigassificatore più grande d’Europa nel cuore della nostra Piana.