Covid, Cartabellotta (Gimbe): “4-5 milioni di lavoratori non vaccinati, dato che è impossibile fare 12-15 milioni di tamponi a settimana la soluzione è l’obbligo vaccinale. Tampone rapido a 72 ore? 48 è già tanto, andrebbe fatto ogni 24. Nel 2020 in questo periodo le curve erano tutte in salita, ora sono in discesa, l’elemento che ha determinato questo tipo di risultato è l’effetto dei vaccini”
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sull’obbligo di green pass per i lavoratori. “Noi oggi abbiamo raggiunto una percentuale importante di vaccinati, forse anche inimmaginabili fino a qualche mese fa –ha affermato Cartabellotta-. Bisogna però anche tenere conto che oggi abbiamo 8,4 milioni di italiani over 12 che non hanno fatto nemmeno una dose, tra questi ci sono 4-5 milioni in età lavorativa. L’obbligo di Green pass per tutti i lavoratori finora ha prodotto un effetto modesto sulle vaccinazioni. Mi aspettavo di più in questo senso. Se questi 4-5 milioni di lavoratori non si vaccineranno in questa settimana bisognerebbe fare 12-15 milioni di tamponi a settimana e questo non sarebbe proprio fattibile perché non abbiamo questa capacità produttiva. La soluzione è che questi 4-5 milioni di lavoratori si vada a vaccinare oppure bisognerà andare verso un obbligo vaccinale”.
Sull’ipotesi del tampone rapido con validità a 72 ore. “Di fatto la validità del tampone molecolare è già stata estesa a 72 ore, però ha dei costi molto superiori rispetto a quello antigenico e i tempi di risposta non sono immediati. Il problema reale è che le 48 ore fissate per il tampone rapido rappresentano un ragionevole compromesso che sta a metà tra politica, esigenze sociali, scienza e la reale affidabilità del tampone che in altri Paesi d’Europa viene richiesto ogni 24 ore. Più ci si allontana dal momento in cui viene effettuato il tampone più aumenta la possibilità di contagio”.
Sul confronto con la situazione dell’anno scorso. “Noi l’anno scorso, al di là del lockdown lungo e rigoroso che aveva abbattuto in maniera netta contagi e ricoveri, non dobbiamo dimenticare che avevamo l’epidemia che era arrivata fino a Roma, non tutta Italia. Non dobbiamo dimenticare che abbiamo una variante che è il doppio più contagiosa. Nel 2020 in questo periodo le curve erano tutte in salita, ora sono in discesa, l’elemento che ha determinato questo tipo di risultato è l’effetto dei vaccini”.