Da domani più succo nelle aranciate, dal 12 al 20%

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E’ una vera rivoluzione poiché riguarda l’economia, il lavoro, l’ ambiente  e la salute degli italiani.  Da domani 6 marzo più succo nelle aranciate italiane con l’entrata in vigore del provvedimento nazionale che innalza dal 12% al 20% il contenuto di succo d’arancia delle bevande analcoliche prodotte. Un appuntamento storico segnato dalla prima giornata nazionale dell’aranciata italiana con festeggiamenti ed iniziative a Reggio Calabria, a Roma nella sede della Coldiretti e a Catania. organizzate dalla Coldiretti per salutare il risultato di una lunga e combattuta battaglia che ha avuto l’inizio in Calabria il 29 dicembre 2010  dopo che tra il 7 e il 9 gennaio 2010 ci fu la rivolta di Rosarno. Lo slogans che ha fatto da filo conduttore è stato “Non lasciamo sola Rosarno…..coltiviamo gli stessi interessi”. Con coraggio e determinazione  – afferma Pietro Molinaro – “ci abbiamo messo la faccia” denunciando che dopo la fine delle “arance di carta” si era creato un circuito perverso ed iniquo che aveva alimentato una catena di sfruttamento nella quale a farne le spese sono state le imprese agricole, i trasformatori di succo e i lavoratori extracomunitari”. Per festeggiare e salutare l’esito positivo, domani martedì 6 marzo dalle ore 9,00 a Reggio Calabria in a piazza Castello sarà offerta una maxi spremuta  d’arancia locale con il coinvolgimento delle scuole in una iniziativa di educazione alimentare e  con la presenza del tutor che ne illustrerà le benefiche proprietà.  La Coldiretti ricorda  l’impatto economico sulle imprese agricole poiché l’aumento della percentuale di frutta nelle bibite contribuirà a salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la  Calabria e la Sicilia. L’aumento della percentuale del contenuto minimo di frutta al 20% corrisponde – spiega la Coldiretti – all’utilizzo di 200 milioni di chili in più di arance all’anno con effetti anche dal punto di vista paesaggistico in una situazione in cui una pianta di arance su tre (31%) è scomparsa in Italia negli ultimi quindici anni.

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