Da giovedì a Roma la mostra personale del pittore rosarnese Adriano Fida

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Giovedì 2 luglio, presso gli spazi espositivi della Banca Fideuram di Roma, s’inaugura la mostra personale di Adriano Fida “Anatomie Vegetali”, prima tappa di un percorso che toccherà gallerie e musei nazionali e internazionali. L’esposizione, organizzata da Cultitaly e Show Eventi, racconta il percorso artistico del pittore calabrese attraverso la selezione di oltre quaranta opere, simbolo delle tematiche più care e rappresentative. Un viaggio, questo, da cui emerge il fortissimo legame tra Fida, la terra natìa e la sua cultura di derivazione ellenistica (la Magna Grecia), mettendo al centro del processo creativo l’uomo e la sua storia in piena simbiosi con la natura e il divino. Dalla natura morta, allegoria della madre terra e dell’uomo legato al ciclo vitale del frutto, al ritratto, in cui l’autore racconta la storia delle icone del Novecento rivisitate in chiave moderna; fino al mito, la cui reinterpretazione è incentrata sull’elevazione dell’uomo comune, rappresentato sulla tela con sembianze divine. Le tematiche descritte, lungo cui si snoda la produzione di Adriano Fida, presentano più di un denominatore comune, sia dal punto di vista allegorico, sia da quello tecnico. È qui che il giovane artista, forte di un invidiabile bagaglio culturale incentrato anche sull’arte dell’affresco, mette in pratica gli studi accademici che affondano le proprie radici nella pittura Fiamminga e Caravaggesca, sino ad arrivare all’arte moderna. Fida, infatti, si distingue dai pittori contemporanei perseguendo le tecniche dei Maestri della pittura figurativa, da cui il trattamento della tela di derivazione Cinque-seicentesca: la cura dell’imprimitura, la ricerca e l’utilizzo dei pigmenti impastati a mano (tutti prodotti presenti in natura), il chiaroscuro, gli sfondi monocromi, la teatralità della luce. Partendo dalla base classica, però, Fida non si distacca dalla pittura moderna,  approdandovi grazie al forte rapporto che lo lega alla materia, mediante la quale racchiude, dal punto di vista iconografico, le anatomie presenti nella tela.

 Adriano Fida è nato a Reggio Calabria nel ’78. Risiede e opera a Roma. La poetica di Adriano Fida si basa sul fondamento ideologico che la forma debba esprimere, attraverso l’immagine, tutte le manifestazioni peculiari dell’artista, siano esse dettate dalla natura lirica o conoscitiva, lineare o costruttiva, significante o di significato, nell’intento di collegare il linguaggio ai valori comparativi dei suoi contrari. Adriano Fida si è formato all’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, maturando una personale ricerca artistica che è nata attraverso lo studio dei grandi maestri del passato. L’artista ha poi affinato a Torino la sua cifra stilistica con la tecnica dell’affresco, sotto la guida del maestro Silvano Gilardi, alias Abacuc, e, dopo vari approfondimenti sulla materia, è stato giudicato e scelto per la realizzazione del nuovo affresco all’interno del MACAM (Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione, Torino), che ospita oggi 156 opere di 139 artisti italiani e stranieri. Un record assoluto. Fida ha sinora esposto in numerose gallerie nazionali e per sei anni è stato rappresentato e curato dalla galleria “Collezionando Gallery” di Roma, le cui collezioni e stime sono riconosciute a livello internazionale. Recentemente ha esposto al MACRO di Roma con la personale “Mutazioni”, a Napoli al Castello Maschio Angioino con la mostra “Il Barocco tra Napoli e Parigi”, a Firenze nel Palazzo Medici Riccardi con la mostra “Contemporanea”, a Milano all’Affordable Art Fair. Da giugno a ottobre 2015 è presente all’  Expo2015   di Milano nella mostra Expo ArteContemporanea a cura di   Vittorio Sgarbi. La tecnica è la peculiarità di Adriano Fida, ma la sua attenzione è catturata dai  soggetti, dalla continua e instancabile ricerca e dal significato delle sue opere. Da molti critici è stato elogiato per i virtuosismi del suo tratto, dove esalta l’eclettismo della sua pittura, lo spessore che ogni sua tela richiede all’osservatore. Lo studio che ogni opera necessita è rappresentato e raccontato da Fida in modo eccellente. Questo fa di Fida non solo un artista in continua evoluzione, ma un narratore di miti e storie alcune volte dimenticati o addirittura sconosciuti. Con ogni sua tela aggiunge un tassello nel bagaglio culturale di ogni osservatore. Egli non è solo un artista eccellente, ma è un’anima pura, complessa e alcune volte ancestrale. Nella critica di Luigi Tallarico la pittura del Maestro Fida viene così definita: “Non è la luce fisica e naturale, quella di cui parlano i fisici e nemmeno quella che ha tentato i mistici, bensì il principio ordinatore dell’arte, per cui l'”operazione di mano” di Fida si sposta dal vedere al sentire, nella consapevolezza che van Gogh avesse sentito dentro di sé “le foglie gialle cadere, senza vederle”.

 

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