L’attuale governo PD – 5 Stelle si è distinto per l’azione politica caratterizzata dall’improvvisazione e dall’incapacità totale nel gestire la delicata fase del “covid19”. Il presidente del Consiglio dei ministri, ha assunto, nella gestione di tale fase, la veste di padre – padrone al fine di promuovere una linea guida da imporre senza se e senza ma al popolo italiano che ha dovuto, suo malgrado, accettare passivamente una serie di provvedimenti totalmente illegittimi ed anticostituzionali. Il modus operandi del presidente Conte ha fatto emergere una pesante e grave realtà: la fine di fatto della politica e della funzione legislativa attribuita dalla Costituzione al parlamento. L’Italia che fino a qualche mese fa vantava un sistema costituzionale perfetto, a garanzia della democrazia del paese, oggi vive una sorta di “pandemia politica” i cui effetti nefasti si evidenziano sulla totale staticità dell’organo legislativo, messo in sonno per mancanza di operatività da parte dei parlamentari. Gli Italiani hanno sempre apprezzato il sistema bicamerale, tant’è che con grande lucidità hanno evitato che venisse colpita la democrazia, bocciando il referendum per l’abolizione del Senato, promosso illo tempore da Matteo Renzi, espressione autorevole del centro – sinistra. Nessun parlamentare del PD e dei 5 Stelle, oggi, ha inteso contestare l’operato del presidente del consiglio e dei ministri in carica, nonostante la consapevolezza degli errori che il governo ha perpetrato nella gestione della fase critica del “coronavirus”. È evidente che tali parlamentari non godono di autonomia di pensiero e che gli stessi preferiscono rispondere, anziché all’elettorato, a lobby di potere al fine di garantirsi per le future elezioni il posto occupato in uno dei due rami del parlamento. Questo è un dato di fatto, piaccia o non piaccia a tutti coloro i quali hanno votato ed ancora sostengono animatamente il PD ed i 5 Stelle i cui rappresentanti politici, giorno dopo giorno assecondano l’operato del governo che ha come unica finalità quella della distruzione del sistema economico – produttivo della nostra nazione. Se nessuna meraviglia può destare l’operato del Senatore Renzi, oggi leader di Italia Viva, il bastian contrario della politica italiana, il Wanna Marchi in miniatura, non si può rimanere indifferenti sulla posizione assunta dai parlamentari meridionale che sostengono l’attuale governo ed in particolare modo i parlamentari Calabresi che difronte all’ennesimo scippo al sud d’Italia, nessuna posizione netta hanno inteso assumere in favore della Calabria e di tutto il meridione.
Il Decreto “ Rilancio” all’art. 241 che prevede l’utilizzo del fondo per lo sviluppo e la coesione per il contrasto all’emergenza Covid 19, rappresenta per il meridione e per la Calabria in particolare, il colpo di grazia al già precario sistema economico – imprenditoriale. Invero, i fondi europei dei vari programmi comunitari che da sempre sono stati impegnati ad esclusivo interesse delle regioni del mezzogiorno d’Italia, con tale decreto, a partire da febbraio 2020 e fino a tutto il 2021, saranno messi a disposizione anche per le regioni del nord e centro Italia, con conseguente danno irreparabile per quelle del sud e quindi anche della Calabria che non potrà mettere in cantiere le opere necessarie al rilancio della propria economia, occupando così, ancora una volta, l’ultimo posto nella classifica tra le regioni più povere d’Europa.
Questo è il prezzo che la nostra regione paga per aver eletto parlamentari inidonei a svolgere il ruolo di garanti degli interessi dei Calabresi, parlamentari di basso profilo e scarsa competenza che non hanno certamente a cuore il destino della propria terra.
Avv. Carlo Salvo