Di Giacco su sanità in Calabria

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In merito allo scontro dei laboratori di analisi privati e del Commissario del piano di rientro della sanità calabrese, Massimo Scura, quest’ultimo ha deciso di ridurre di numero le prestazioni dei privati, peraltro già raggiunti per il 2018, appellandosi alle possibilità econimiche di ogni cittadino per quel che riguarda le prestazioni più irrisorie, ad esempio quelle dal costo di 5€.

Lo stesso è entrato in polemica con le strutture private, le quali  hanno deciso di non firmare i contratti proposti con i decreti 72 e 78 e dato che le convocazioni sono già partite, hanno altrtesì stabilito di ricorrere al Tar per illeggittimità dei decreti poichè privi di istruttoria da parte del Dipartimento Salute della Regione Calabria e per la questione meramente contrattuale a causa della clausola vessatoria che costringe le stesse alla rinuncia dei crediti leggittimi.

Le strutture non vengono pagate da circa un anno e nonostante il parere dell’ Avvocatura Regionale e le sentenze del Tar di Catanzaro, il Commissario Scura ha ordinato ai Direttori Generali di non versare loro alcuna somma pena la denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. Cosi le strutture affermano di rischiare il fallimento ed annunciano di dover attivare la procedura di licenziamento collettivo del personale.

Per quanto riguarda i sindacati, Anisap Strutture chiede l’intervento dei Prefetti di ogni provincia per ottenere i pagamenti dovuti, per richiedere il ritiro dei decreti 72 e 78, per ottenere la sospensione della convocazione per i  contratti e per l’apertura di un tavolo di trattative fra sindacati di categoria ed il Presidente della Regione  Calabria, Oliverio, il quale sposa in pieno le posizioni di Ansap contro l’operato di Scura comunicando che contro lo stesso non ha nulla di personale ma che non ne condivide il modus operandi e dando la colpa della situazione attuale alla decisione presa a monte, di questo lungo commissariamento della sanità calabrese.

Oltre alle posizioni di Anisap, si registrano quelle di Federlab la quale chiede al neoministro alla sanità,Grillo, di destituire il Commissario Scura dall’incarico ricoperto, poichè quest’ultimo sta determinando il fallimento economico dei laboratori privati di anailisi, per un atteggiamento di chiusura e slealtà dimostrato nei confronti degli specialisti ambulatoriali e perchè intende trasferire un quarto del fondo destinato alle strutture a beneficio di case di cura private. La stessa Federlab attesta che diminuendo il fondo destinato ai laboratori analisi diminuisce relativamente il numero di prestazione annuo previsto del quale potrebbe fruire l’utenza mentre aumenterebbe la spesa per i ricoveri ospedalieri a causa dell’ aumento della domanda dei pazienti, creando le basi ed i presupposti di un ulteriore mancato rientro del debito oggetto del piano saniatrio di cui Scura è commissario, commettendo così un grave errore tecnico. Quindi, Federlab ha già chiesto un incontro con il Ministro per annunciare le difficoltà del caso e rimarcare che la Calabria è all’ultimo posto per aspettative di vita.

Il Presidente della Regione Oliverio, dal canto suo, asserisce che il suo partito, il Partito Democratico ad ogni livello, non si è interessato al caso in questione. Ribadisce il “no” alla gestione commissariale della sanità calabrese preferendo e proponendo l’azione di un eventuale un soggetto politico eletto dal popolo, che abbia con esso un costante contatto e ne raccolga le istanze, poichè il diretto commissariamento deciso dagli Organi centrali dello Stato 7 anni fa è fallito. Chiede, quindi, al Governo un’ audizione per parlare della problematica in occasione della Conferenza Stato Regioni che si terrà a breve. Per l’occasione si augura che gli venga attribuita la delega alla sanità della Regione Calabria.

La risposta di Scura non si fa attendere. Si domanda il perchè di una manifestazione organizzata qualche giorno fa contro di lui solo a Reggio Calabria, visto che Crotone, Vibo e parte di Cosenza hanno già risposto affermativamente alle convocazioni e firamato i contratti, mentre Reggio Calabria ha assunto posizioni contrarie, affermando che solo la città di Reggio ha una regola a sè. Effettivamente, Scura preferisce intervenire sugli “investimenti salavavita” e non sulle semplici analisi di base  di laboratorio, che come anzi detto hanno un valore esiguo di 5 euro, tutto questo per attuare una politica di aiuti a chi invece non è esente dal ticket pagando l’intera spesa sanitaria.In definitiva, Scura intende spendere soldi rimborsando i privati solo per le analisi complesse e di prevenzione e non prevede per le strutture alcun budget da destinare. Conclude augurandosi che i privati cessino con scioperi e manifestazioni mentre il Presidente Oliverio faccia gli interessi dei cittadini calabresi accettando di buon grado le sue politiche di commissariamento.

Ciò detto, registro che il Commissario Scura si comporta come l’ uomo dei tagli alla spesa mettendo in atto politiche di spending  rewiev, i laboratori di analisi privati soprattutto quelli reggini pretendono  invece il rimborso di ogni prestazione anche della meno esigua chiedendo inoltre un più ampio plafond su cui basarsi e il Presidente Oliverio strumentalizza la questione soprattutto quella legata alle posizioni reggine mirando ad ottenere l’assessorato alla sanità tanto agoniato, mentre a farne le spese sono i cittadini.

Dal momento  che gli ospedali pubblici sono al collasso e carenti di numero di medici, operatori sanitari e quant’altro e che ormai da lungo tempo la sanità calabrese è in grave disavanzo e visto che le strutture private sono state messe con le spalle al muro rischiando perfino il default, posso affermare che la Regione Calabria non ha bisogno di un tecnico ma di un politico (che non faccia di certo parte dell’attuale fallimentare Giunta Regionale calabrese) che, dopo aver fatto quadrare i conti, metta in atto una sorta di federalismo sanitario regionale basando la sua azione amministrativa nell’ attenersi strettamente al budget offerto dai  fondi messi a disposizione dallo Stato e facendo si che la Regione non si indebiti ulteriormente assicurando, peraltro, il diritto certo alla salute dei cittadini. Dal canto loro, i politici devono responsabilmente smettere di fare clientelismo e curare interessi personali anche e soprattutto economici sulla pelle degli ammalati come si e’ usato fare in passato, attuando invece una politica sanitaria normale, leale e sincera per dimostrare all’ Italia tutta che la Calabria è una regione capace di autogestirsi soprattutto in settori chiave, quali quelli inerenti la sanità, questione vitale per la popolazione.

Ora, il nuovo Governo, si occupi di risolvere definitivamente la grave vertenza “sanità” in Calabria.

Maria Carmela Digiacco 

Dirigente Nazionale

MNS Calabria

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