Digiacco su problematiche tendopoli San Ferdinando

51

Riceviamo e pubblichiamo:

“Nel rispetto dei diritti umani di cui ogni individuo deve godere senza differenza di razza, religione o condizione sociale, mi chiedo come gli Organi di Governo non prendano atto della mortificazione che sta vivendo il territorio sanferdinandese nel dover accettare a tutti i costi un insediamento di migranti non sempre lavoratori stagionali e non sempre rifugiati politici entro cui vi dimorano, per la maggior parte, migranti economici di svariata natura. E’ sconcertante vedere “gli ospiti” della tendopoli di San Ferdinando passeggiare per il paese nella più totale inerzia, con lPhon di ultima generazione e cuffiette alle orecchie, mentre gli italiani devono lavorare duro per sbarcare il lunario, pagare le tasse, il mutuo o l’affitto.

Essi spesso sono portatori di malattie quali la scabbia e la tbc, tutte patologie accertate dal personale medico che presta assistenza all’interno della struttura, nonchè a rischio malaria visto i Paesi da cui provengono.

La loro presenza comporta un aggravio ingente di costi ed in particolare, quelli che rimangono a carico di noi cittadini riguardano ad esempio quelli dei rifiuti solidi, i quali sono già notevoli per i residenti. Al contrario, essi dovrebbero partecipare attivamente ai costi del territorio dove hanno inteso stabilirsi, il che mi pare difficile considerando che già si lamentano di dover pagare una cifra sia pur irrisoria per i pasti offerti dal ristorante della nuova struttura.

Infatti, il 18 agosto scorso è stata inaugurata la nuova tendopoli alla presenza di Sua Eccellenza il Prefetto di Reggio Calabria dott. Di Bari, del Dirigente Protezione Civile Calabria Dott. Carlo Tansi e delle più alte cariche delle Forzedell’Ordine della Città Metropolitana, nonchè del sindaco di San Ferdinando, prof. Andrea Tripodi.

La nuova struttura deve certamente fungere da scatto di dignità e di accoglienza  ed è giusto che sia garante di sicurezza in quanto allo svolgimento degli atti quotidiani della vita, ma non può assolutamente essere considerata uno strumento meramente provvisorio poichè non vedo in futuro situazioni che possano rendere facile un’integrazione a tutto tondo nella nostra città già colpita duramente dai licenziamenti avvenuti in estate dei lavoratori del Porto di Gioia Tauro, nonchè in ginocchio per la scarsità dei fattori produttivi quali turismo ed agricoltura.

E’ prossimo l’arrivo della nuova stagione agrumaria che vede triplicarsi il numero di lavoratori stagionali extracomunitari e considerato che la vecchia tendopoli  è priva dei requisiti di legge, sotto il profilo igienico-sanitario, della sicurezza e della legalità, e quindi non utilizzabile, non considero adeguata la decisione di requisire i capannoni liberi presenti sull’area industriale poichè così facendo si svilisce l’importanza di un’area nata come piano di“retroporto” nonostante non sia mai decollata e che in quest’ ultimo periodo temporale la vedrebbe interessata dal nuovo progetto ZES, ma una simile scelta indicherebbe una volontario indirizzo di ghettizzazione, poichè non vedo l’esistenza di  altre strutture nella piana che possano accogliere anche se provvisoriamente gli “ospiti” per evitare ghetti. Infatti  non condivido la direttiva di requisire o fare uso di alberghi o di abitazioni private nel tentativo di far amalgamare un popolo non ancora debitamente civilizzato come quello africano a quello italiano apportatore di norme civiche e sociali nel resto del mondo.

Quindi ben vengano tutte le iniziative di controllo in termini di legalità per tutti gli atti che concernono l’impiego di manodopera agricola, quindi il debellare il caporalato, l’attenzione alla regolarizzazione del rapporto di lavoro, l’attuazione delle norme comportamentantali nei confronti della dignità dell’individuo, il controllo del territorio e della stessa tendopoli per debellare  fenomeni già  esistenti come il racket della prostituzione delle donne di colore, spaccio di droga, attività commerciali e zootecniche, allacci abusivi di energia elettrica, però ritengo prioritario proteggere i cittadini sanferdinandesi da atteggiamenti di violenza e presunzione per pregiudizio razzista degli africani nei confronti dei nostri concittadini, come nel caso dell’aggressione ai dipendenti del Comune di San Ferdinando di qualche giorno addietro. Per cui, le azioni a tutela dei deboli devono essere indirizzate principalmente ai nostri concittadini sia da parte delle Forze dell’ordine che delle Istituzioni e degli Enti locali.

Detto ciò, ritengo che si possono accogliere solo migranti che provengono da zone di guerra come la Siria e che dopo essersi adeguatamente integrati, devono lavorare tutto l’anno, pagare le tasse, vivere civilmente e rispettare le leggi, la religione e i valori dello stato italiano.

Infine, nella nuova nuova tendopoli è stata messa a disposizione una tenda da adoperare come moschea e per questo esprimo il mio più totale disaccordo, poichè non solo nelle moschee avviene la formazione degli Imam a suon di quattrini di cui non si conosce mai la provenienza, ma qui nascono e si formano i più pericolosi terroristi, infatti è nelle moschee che nasce, cresce e si afferma l’integralismo islamico che semina morte e terrore in tutto il mondo e rende insicuro ogni spostamento… e noi ne manteniamo una sulla Piana, a due passi da casa nostra!

Dico no, quindi, all’accoglienza spietata per l’integrazione ad ogni costo di un popolo che invece di invadere senza regole gli stati altrui andrebbe aiutata nella propria terra. No ad una civilizzazione forzata di un popolo cui la prima forma di civilizzazione dev’essere sperimentata nella loro Africa. 

Invece dico si all’immediata espulsione dei clandestini e soprattutto dico si a politiche di sviluppo naturali del nostro territorio quali il turismo, l’agricoltura integrata, il terziario, i servizi, tutte azioni queste, rivolte al miglioramento della qualità della vita dei cittadini italiani che puntualmente vengono  trascurati per dare priorità ad una politica di immigrazione incontrollata su tutto il territorio nazionale.

Maria Carmela Digiacco”

Responsabile comunale San Ferdinando

Dipartimento Diritti Umani e Libertà Civili

Forza Italia

Articolo precedente Caporalato in Calabria, pagati in base a colore pelle- Arrestati due fratelli
Articolo successivoTre auto in fiamme nella notte