Da qualche anno, abbiamo imparato a capirlo, il mondo del calcio non è più lo stesso. Quello che fino a qualche decennio fa era normale adesso sta diventando sempre più difficile. Il pallone è spesso violenti che costringono le autorità a prendere decisioni sempre più impopolari. A volte, forse, ostaggio di pochi eccessive e sbagliate. Ma per fortuna c’è ancora una parte del mondo del calcio, quella in mano ai tifosi che hanno voglia di far sentire la loro voce, che qualcosa di buono riesce a proporla. E quanto è successo qualche giorno fa a Catanzaro ne è esempio lampante.E’ sabato ed in programma c’è, per il campionato di Lega Pro, la sfida tra Catanzaro e Messina. Nessuno vuole nascondersi dietro un dito, la rivalità tra le due piazze giallorosse è storica e sentita. La partita, dal punto di vista dell’ordine pubblico, non sarebbe propriamente una passeggiata se si decidesse di lasciare la trasferta accessibile ai tifosi ospiti. E infatti, in genere, è quello che succede nel mondo del calcio di oggi. Per evitare problemi si taglia la testa al toro e si proibiscono le trasferte, a volte anche a cuor leggero, onde evitare guai più grossi e per alleggerire le forze dell’ordine di un po’ di lavoro. Sabato scorso però a Catanzaro un Prefetto, forse troppo zelante, visto anche l’orario serale, nemico della sicurezza, decide addirittura per il match a porte chiuse. Nessuno potrà mettere piede dentro il Ceravolo. Porte chiuse: vedete di passarlo altrove, il sabato sera. Qualcuno, però, non aveva fatto i conti con l’amore dei tifosi del Catanzaro per la loro squadra. In 500 infatti decidono che, anche se i cancelli del Ceravolo rimarranno chiusi, loro non faranno mancare il supporto alla squadra. 500 coraggiosi si radunano in piazza, quella piazza che si affaccia proprio sulla loro curva, e cominciano a cantare. Per 90 minuti, come se non fossero fuori dallo stadio ma sui gradoni della loro curva, la loro casa. Forse, a qualcosa serve. Dentro lo stadio il frastuono si sente eccome. E il Catanzaro riesce a vincere per 1-0 anche grazie al calore dei suoi tifosi, che nonostante un muro di mezzo sono riusciti a farsi sentire. Sono riusciti a vincere insieme alla loro squadra. A fine partita, il lieto fine diventa ancora più evidente. Il capitano del Catanzaro, Domenico Giampà (che aveva giocato in serie A proprio con la maglia del Messina tra l’altro…) fa quello che avrebbe fatto con lo stadio pieno. Prende i suoi compagni per mano e li guida sotto la curva. Solo che prosegue oltre il terreno di gioco, conduce i suoi compagni direttamente sul cancello che si affaccia fuori. Dove i tifosi sono in delirio. Gli steward capiscono la situazione, aprono i cancelli, anche se qualcuno ha già provveduto a scavalcare le recinzioni per correre dai suoi tifosi. Calciatori e tifosi possono finalmente abbracciarsi. Sabato sera il Catanzaro, oltre che il Messina, ha battuto anche le porte chiuse. Con la forza della voce e dell’amore per i propri colori. Un amore che non sarà in grado di abbattere muri e divieti, ma che sicuramente li può oltrepassare.
MSI-Fiamma Tricolore di Catanzaro Natale GIAIMO